5 Dicembre 2024
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Ambiente, Cronaca, Salute

Respiriamo “ripugnanza”

23.09.2024

Milano, Italia, 2024

In Europa solo 13 città su 372 presentano un buon livello di aria pulita. Fanno rabbrividire le posizioni dalla 366 alla 370, tutte italiane. Milano e Torino tra le peggiori. Solo due delle nostre città nelle prime 100, ma rinchiuse nell’area dei valori discreti. I dettagli scioccanti del report con gli ultimi aggiornamenti.

Tira una brutta aria nelle città italiane: letteralmente. Lo si evince da un report autorevolissimo, perché curato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) in base a parametri fissati nientemeno che dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). L’analisi ha riguardato ben 375 città del Vecchio Continente, catalogate in base alla presenza di particolato fine nell’atmosfera nel 2022 e 2023. E se in generale il quadro è senz’altro negativo, alle nostre latitudini diventa addirittura desolante.
A elaborare i dati è stato l’European City Air Quality Viewer, un visualizzatore curato direttamente dall’EEA. Basandosi sui parametri OMS (secondo cui i livelli di particolato sono buoni per la nostra salute al di sotto dei 5 μg/m³, discreti tra 5 e 10, moderati tra 10 e 15, scarsi tra 15 e 25 e molto scarsi oltre i 25), emerge che in Europa solo 13 città su 372 presentano un buon livello della propria aria. E non solo nessuna di esse si trova in Italia: le nostre sono, quando va bene, a metà classifica. Quelle che si trovano agli ultimi posti sono però decisamente le più numerose.

Basti dire che tra le prime 100 città europee per qualità della propria aria, solo due sono nostrane. Si tratta di Sassari, 21esima, e Livorno, 65esima. Entrambe però si trovano all’interno della fascia “discreta”, dato che la prima presenta un valore di particolato fine di 6.2 μg/m³ e la seconda di 7.8 μg/m³. Ce ne sono peraltro appena due sotto la fatidica soglia dei 10 μg/m³, Savona e Siracusa, insieme all’agglomerato urbano di Battipaglia, a una ventina di km dal capoluogo Salerno.
Diversi i nomi importanti che occupano la fascia delle città con qualità dell’aria moderata: qui si trovano Genova, Firenze, Palermo, Roma e Trento. I veri guai arrivano passando in rassegna la classifica della qualità scarsa, dove compaiono, tra le altre, Milano e Torino. Fanno però rabbrividire le posizioni dalla 366 alla 370, perché occupate da soli nomi italiani. Ossia, rispettivamente: Piacenza (22.2 μg/m³), Venezia (22.6 μg/m³), Padova (22.7 μg/m³), Vicenza (23 μg/m³) e Cremona (23.3 μg/m³). Un altro poco invidiabile quartetto (Treviso, Brescia, Bergamo e Torino) si trova poco più sopra: dalla 359 alla 362. E ricordiamo che l’indagine ha riguardato in tutto 372 località. Per la cronaca, la classifica è chiusa dalla croata Slavonski Brod, città dall’aria più inquinata d’Europa nel biennio 2022-2023. Davanti a tutte, come facile immaginarsi, molta Scandinavia. Ma non solo: se è vero che il primo e il secondo posto vanno a Uppsala e Umea (entrambe in Svezia), a chiudere il podio è la decisamente più meridionale Faro in Portogallo. Quarta è invece la prima capitale: Reykjavik (Islanda).
Dati che dovrebbero spaventare e far riflettere, dato che il particolato fine (anche noto come PM2,5, per differenziarlo dal più noto e “grossolano” PM10) presenta un impatto tra i più elevati sulla salute, per quanto riguarda malattie (soprattutto respiratorie e cardiovascolari) e rischi di decesso provocati dall’inquinamento atmosferico. E in tal senso il fiato dell’Italia, è il caso di dirlo, risulta essere davvero corto.

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