28 Maggio 2025
/ 26.05.2025

Rinnovabili, Italia seconda in Europa per posti di lavoro

Nel 2024 raggiunti i 74.303 MW di potenza rinnovabile installata, + 267% rispetto al 2004. Sono 212 mila i posti di lavoro generati in Italia nel settore delle rinnovabili

Dopo vent’anni di cammino, l’Italia ha fatto passi avanti in direzione di un sistema energetico più sostenibile, grazie a una diffusione crescente di fonti rinnovabili e buone pratiche locali. A testimoniarlo è il nuovo report “Comuni Rinnovabili 2025” di Legambiente, giunto alla sua ventesima edizione e realizzato in collaborazione con il Gestore dei Servizi Energetici (Gse). I numeri mostrano un’evoluzione significativa, anche se ancora troppo lenta rispetto agli obiettivi europei al 2030.

Secondo i dati del rapporto, tra il 2004 e il 2024 la potenza efficiente netta installata da fonti rinnovabili in Italia è passata da 20.222 MW a 74.303 MW, con un incremento di 54.081 MW, pari al +267%, per una media annuale di oltre 2.700 MW. A crescere non è stata solo la potenza, ma anche il numero degli impianti: da 2.452 nel 2004 a oltre 1,89 milioni nel 2024, confermando un processo di decentramento e partecipazione sempre più capillare.

Solare, eolico e idroelettrico: i protagonisti della transizione

Il solare fotovoltaico è la tecnologia che ha segnato l’aumento più impressionante: +37.085 MW in 20 anni, con 1,8 milioni di impianti installati in quasi 8.000 Comuni, a fronte dei soli 74 del 2004. Nel solo 2024, se ne contano 276.000 nuovi.

Anche l’eolico mostra una crescita significativa, passando da 120 impianti nel 2004 a 6.130 nel 2024, per una potenza complessiva di 11.890 MW, di cui 685 MW realizzati solo nell’ultimo anno, nonostante opposizioni e ostacoli amministrativi, in 66 Comuni italiani.

L’idroelettrico, già consolidato da decenni, continua a crescere: da 17.055 MW e 2.021 impianti nel 2004 a 18.992 MW su 4.907 impianti nel 2024. Più contenuta ma comunque in crescita la geotermia ad alta entalpia, che segna un +136 MW, mentre le bioenergie raddoppiano, da 1.346 MW a 3.802 MW, distribuite in oltre 3.000 Comuni.

Lavoro e sviluppo: un settore in espansione

Il settore delle rinnovabili si conferma anche un volano per l’occupazione. In Europa, l’Italia è seconda solo alla Germania, con 212.000 lavoratori nel settore. In particolare, il nostro Paese guida l’Ue per impiego nel comparto pompe di calore, con 135.000 addetti. Altri 26.500 e 9.000 lavorano rispettivamente nel fotovoltaico e

Le eccellenze dal basso

Segno tangibile della transizione energetica partecipata sono le esperienze delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (C.E.R.S.), di cui Legambiente ha censito oltre 350 buone pratiche. La seconda edizione del Premio C.E.R.S. 2025, organizzato insieme a Generali Italia, ha celebrato cinque realtà virtuose:

  • Medaglia d’oro: Fondazione CER ITALIA (Montevarchi, AR), una configurazione ampia con oltre 400 aderenti tra cittadini, imprese e PA.
  • Medaglia d’argento: Comunità Illuminati Sabina (Montopoli di Sabina, RI), nata da cittadini, associazioni e piccole aziende con un forte impianto mutualistico.
  • Medaglia di bronzo: Comunità Solare di Lodi, Piacenza e Milano, una cooperativa sociale che prevede oltre 100 impianti fotovoltaici per 3.000 kW totali entro fine 2025.

Due menzioni speciali vanno a:

  • CER Vele a Roma, la prima comunità del centro storico, promossa da enti del Terzo Settore con il supporto municipale;
  • CERNES (San Ferdinando e Gioia Tauro, RC), nata su ispirazione dell’enciclica “Laudato Si’”, con impianti che evitano l’emissione di oltre 14 tonnellate di CO₂ ogni anno.

Nonostante i risultati incoraggianti, Legambiente lancia un monito: l’Italia è in forte ritardo sugli obiettivi al 2030. Secondo il decreto sulle “Aree idonee”, da qui al 2030 dovrebbero essere installati 80.001 MW di nuova potenza, ma dal 2021 al 2024 ne sono stati messi in funzione appena 19.297 MW, pari al 24,1% dell’obiettivo. Per colmare il divario, serviranno oltre 11.000 MW l’anno, contro i 7.480 MW del 2024.

Le proposte per rilanciare la transizione

Tra le richieste avanzate da Legambiente al Governo, figurano:

  • Revisione del Decreto Aree Idonee, alla luce della sentenza del TAR Lazio;
  • Snellimento degli iter autorizzativi per impianti eolici e fotovoltaici;
  • Permesso per impianti su terreni agricoli non produttivi e su quelli inquinati;
  • Potenziare il personale tecnico di Regioni e Comuni coinvolti nei processi autorizzativi;
  • Sviluppo dell’eolico offshore, aumentando il limite del Decreto FER2 da 3,8 GW ad almeno 15 GW;
  • Completamento della Commissione PNRR-PNIEC e revisione dei sistemi di pricing energetico;
  • Campagne di informazione capillare per aumentare l’accettabilità sociale degli impianti.

“Nel 2024, gli investimenti globali sulle fonti pulite hanno superato quelli delle fossili – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente –. È il segnale che il cambiamento è in atto. Ma se non vogliamo restare indietro, dobbiamo agire ora, semplificando, coinvolgendo i territori e correggendo gli errori normativi”. La transizione energetica, oltre che una necessità ambientale, rappresenta anche un’opportunità economica, industriale e sociale. Con il giusto slancio politico e amministrativo, l’Italia può raggiungere e superare i suoi target europei, diventando un modello di sostenibilità. Come ricorda Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente: “Abbiamo tutte le carte in regola per diventare leader europei. Serve solo coerenza, visione e il coraggio di cambiare. Le comunità energetiche ce lo stanno dimostrando giorno dopo giorno”.

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