5 Dicembre 2025
/ 5.12.2025

Rivoluzione Ue per cani e gatti: stop collari a strozzo e obbligo microchip 

Il cuore della riforma è l’obbligo di identificazione tramite microchip per tutti i cani e i gatti presenti nell’Unione. Stop anche alle selezioni esasperate per ottenere caratteristiche estetiche ricercate dal mercato ma dannose per la salute

La vita si complica per chi non ha a cuore il benessere degli animali. Persino dei propri. L’Unione europea compie infatti un passo storico nella tutela degli animali da compagnia. Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto un accordo su un nuovo pacchetto di norme che, per la prima volta, introduce standard comuni in tutto il Vecchio Continente su allevamento, tracciabilità e importazione di cani e gatti. Sicuramente una piccola rivoluzione per tutelare e garantire benessere agli animali domestici ma non solo.

Le nuove regole potrebbero rappresentare una svolta anche per la salute pubblica e la lotta al traffico illegale colpendo i guadagni della criminalità che in questo campo sono altissimi. Solo in Italia, una delle ultime fotografie del fenomeno parlava di un giro d’affari di oltre 300 milioni di euro all’anno legato al “mercato nero” di cuccioli importati dall’estero. 

Quattro anni per adeguarsi

La riforma prevede l’obbligo di identificazione tramite microchip per tutti i cani e i gatti presenti nell’Unione. I dati confluiranno in banche dati nazionali consultabili anche da operatori di altra nazionalità rendendo finalmente possibile una tracciabilità uniforme da Paese a Paese. Allevatori, venditori e rifugi avranno quattro anni per adeguarsi. Per i proprietari privati i tempi s’allungano: dovranno provvedere entro dieci anni per i cani e quindici per i gatti.

Ma il pacchetto contiene anche misure decisive per frenare un modello di allevamento che, negli ultimi anni, ha spesso sacrificato il benessere animale alle logiche del mercato. L’accordo mette al bando l’accoppiamento tra animali imparentati — come genitori e figli, nonni e nipoti, fratelli o mezzi fratelli — una pratica che aumenta il rischio di malattie genetiche e fragilità croniche.

Stop anche alle selezioni esasperate per ottenere caratteristiche estetiche ricercate dal mercato ma dannose per la salute come arti troppo corti, musi eccessivamente schiacciati o altre conformazioni che riducono la qualità della vita dell’animale.

Più controlli sulle importazioni

Sul fronte del benessere quotidiano, Bruxelles interviene con un messaggio chiaro: basta con gli animali trattenuti a lungo in condizioni incompatibili con le loro necessità. Sarà infatti vietato tenere cani e gatti costantemente legati e sarà proibito l’uso di collari a strozzo o a punte, strumenti dolorosi e da anni contestati da veterinari e comportamentalisti.

Un altro tassello fondamentale riguarda le importazioni. Oggi molti cuccioli arrivano nell’Ue dichiarati come “movimenti non commerciali” per aggirare i controlli, pur essendo destinati alla vendita. Le nuove norme chiudono questa falla: anche i movimenti non commerciali dovranno rispettare gli standard previsti, e gli animali provenienti da Paesi terzi dovranno essere microchippati prima dell’ingresso e registrati in una banca dati nazionale.

La riforma, salutata come un passo avanti dagli esperti di benessere animale, punta a costruire un mercato europeo più trasparente, ostacolare il traffico illegale e promuovere pratiche di allevamento più etiche. Una buona notizia per cani, gatti. E per tutti i cittadini europei che credono in un rapporto più rispettoso con gli altri esseri viventi.

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