12 Agosto 2025
/ 31.07.2025

Roma capitale dei diritti degli animali

Più che triplicati i fondi contro la piaga del randagismo. Vietati i botti. La Lav: “Un esempio positivo da imitare”

C’è una tristissima classifica che vede primeggiare sul podio Sicilia, Campania e Calabria e questo è l’esatto ordine, dal gradino più alto in giù. Queste medaglie dell’inciviltà vengono assegnate alle amministrazioni regionali con i numeri più alti per randagismo. Una questione meridionale, si potrebbe dire. Si sbaglierebbe. Perché, poco sotto il podio, troviamo il Lazio.

Ma per la serie a volte qualcosa si muove e va in direzione contraria rispetto al piano inclinato delle ingiustizie, c’è una novità che vale la pena raccontare. La città metropolitana di Roma Capitale ha triplicato i fondi messi a disposizione dei Comuni per azioni concrete contro il randagismo: sono stati stanziati 100.000 euro, contro i 30.000 dello scorso anno. Una crescita che segna un cambio di passo culturale ma che può fare la differenza anche in termini pratici, come accade ogni volta si parla di disponibilità finanziarie per le amministrazioni territoriali sempre troppo impegnate a far quadrare i magri conti.

Sono 21 i Comuni risultati ammessi al contributo (fino a 5.000 euro ciascuno). I progetti spaziano dalla promozione dell’adozione consapevole alla realizzazione di nuovi canili e coinvolgono tutta la comunità: scuole, associazioni, cittadini, veterinari, guardie zoofile. Una rete territoriale attiva, che lavora insieme per prevenire l’abbandono e creare percorsi di accoglienza e cura. Un ritorno, per questi Comuni, anche in termini di sicurezza sulle strade. Secondo l’Anas, infatti, in Italia ogni anno si registrano migliaia di incidenti stradali, spesso anche mortali, causati proprio da animali randagi.   

I numeri del fenomeno

In attesa dei nuovi dati del ministero della Sanità, per dare una cornice alla questione di cui stiamo ragionando ci vengono in aiuto i numeri diffusi in occasione della Giornata internazionale del cane randagio, che si celebra ogni 27 luglio e ovviamente si pone l’obiettivo di riflettere, sensibilizzare ma soprattutto cambiare passo. D’altronde non si può fare altrimenti davanti a numeri così drammatici: ogni anno nel nostro Paese ancora vengono abbandonati 55 mila cani. Animali che vanno ad ingrossare l’enorme massa dei randagi, tra i 600 mila e i 700 mila esemplari che vagano sul territorio. Soprattutto al Sud ma non solo, come abbiamo visto. Oltre l’80% dei cani abbandonati – è l’altro, drammatico, dato su cui soffermarsi – non sopravvive al primo mese, vittima di incidenti, stenti o maltrattamenti.

Tutti i report delle associazioni animaliste sottolineano che per cambiare rotta occorre anche supportare proprietari e famiglie, soprattutto quelle più fragili economicamente. Ed è quello che accade – e siamo alla seconda buona notizia che arriva dalla Capitale – con il progetto “Homeless”: un piano capace di unire il contrasto al randagismo di cani e gatti alle azioni di assistenza sociale e solidarietà rivolte alle persone indigenti sul territorio.

L’iniziativa – la prima nel suo genere – garantirà cure e assistenza agli animali delle persone indigenti segnalate dalle associazioni o dai servizi sociali.  Il progetto – sottolinea la Asl 3 di Roma che se ne occupa – si prefigge tre finalità: “cure gratuite ai cani che altrimenti non possono essere seguiti nelle loro necessità; tutela della salute pubblica (perchè se questi animali hanno malattie che si trasmettono è un rischio per tutti); sterilizzazione che consente il controllo del randagismo”.

A Roma anche una novità “fuori stagione”

Ma c’è un’ulteriore buona notizia per tutti i pet (e non solo…). E anche questa arriva da Roma, sempre più capitale anche dei diritti degli animali. È una buona notizia e potremmo dire anche che arriva “fuori stagione. Proprio pochi giorni fa l’Assemblea capitolina ha approvato all’unanimità la modifica al Regolamento di Polizia Urbana che introduce il divieto di utilizzare botti dal 1° dicembre al 31 gennaio. Non più dunque iniziative estemporanee più o meno a ridosso della fine dell’anno, ma una novità stabile che cambia definitivamente le regole in città.

D’altronde, secondo un sondaggio Doxa – racconta la Lav che moltissimo ha fatto per raggiungere questo traguardo – il 94% dei cittadini italiani è contrario all’uso dei botti: “Ci auguriamo che la scelta del Comune di Roma e altri che li hanno vietati anche per motivi di sicurezza e incolumità pubblica sia di positivo esempio per il ministero dell’Interno per vietare questa pratica anacronistica e pericolosa su tutto il territorio nazionale”.

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ponte sullo stretto 6ago25

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