31 Maggio 2025
/ 29.05.2025

Roma scommette sul verde

La crisi climatica rende la gestione del patrimonio naturale più necessaria ma anche più difficile. Per questo Roma ha cambiato l’approccio al verde urbano. Come? Ne abbiamo parlato con l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi

Un cambio di approccio nella gestione del patrimonio arboreo e un ambizioso progetto di rinaturalizzazione urbana: è così che Roma punta a diventare la capitale europea della biodiversità urbana. Una rivoluzione verde, quella in corso nella capitale, che è fatta di numeri, di visione politica e sfide concrete. A raccontarla è l’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi: “Roma ha investito moltissimo sul verde. E lo dimostrano i dati: quando siamo arrivati in Campidoglio c’erano in bilancio 6 milioni e 700 mila euro per la cura del verde. Oggi abbiamo in bilancio 34 milioni. La differenza è sostanziale e necessaria: il nostro verde aveva bisogno di cure”.

Una svolta, questa, che è anche organizzativa. L’assessorato, infatti, ha cambiato completamente il modello di gestione del verde cittadino: “È stato un appalto completamente diverso il nostro, con un unico soggetto che si occupa sia degli alberi che del verde orizzontale, come lo sfalcio dell’erba. E questo ci consente un controllo molto più efficace”, continua Sabrina Alfonsi.

In quest’ottica, uno dei pilastri della nuova strategia è stata la mappatura degli alberi pubblici della città: “Stiamo analizzando uno per uno i 340 mila alberi pubblici di Roma, che non venivano controllati da anni. Ora vengono controllati, valutati e se necessario sottoposti a prove di trazione o altri accertamenti specialistici”, spiega l’assessora. Obiettivo? Cura, prevenzione e riduzione delle potature inutili.

Piantumazioni, sostituzioni e abbattimenti

In questo contesto un tema spesso divisivo è quello degli abbattimenti, che in molti casi fa discutere l’opinione pubblica. Ma – precisa Alfonsi – ogni mossa e ogni decisione viene studiata e guidata da principi di intervento mirati alla sicurezza e alla rigenerazione: “Purtroppo molti alberi sono a fine ciclo. In quei casi vanno abbattuti, ma noi li sostituiamo immediatamente”. A confermarlo, i numeri: “Abbiamo messo a dimora quasi 30 mila nuovi alberi, 29.859 per la precisione, a fronte di 13 mila abbattimenti.

Un caso emblematico, ad esempio, è quello di Viale Europa, dove l’intervento ha generato non poche polemiche da parte dei cittadini. “Abbiamo analizzato i 400 tigli presenti; 185 erano malati, collocati dagli esperti in classe D”, racconta l’assessora Alfonsi. E prosegue: “Abbiamo deciso di abbatterli e ripiantare. Ma per non lasciare la strada senza ombra, siccome la stagione della messa a dimora è finita, la scelta è stata quella di fare una forte riduzione degli alberi in modo tale da lasciarli avendo eliminato molta parte del rischio e ripetere questa operazione in autunno. Questa non è una capitozzatura, perché l’albero deve essere abbattuto. È un abbattimento della chioma per poterlo mantenere sul posto qualche mese in più”. 

Inoltre, la scelta di rifare interi filari in alcune strade segue le indicazioni degli agronomi: “Quando si pianta un albero piccolo accanto a un molto più grande, spesso non ce la fa. Anche a Parigi, per esempio, rifanno interi filari per questo motivo. E anche noi stiamo seguendo questo approccio, ma sempre mediante un’attenta analisi fatta da agronomi terzi incaricati”.

100 parchi per Roma

La strategia del verde dell’amministrazione Gualtieri, però, non si limita alla sola manutenzione, ma punta alla creazione di nuovi spazi verdi.

“Roma è la città più verde d’Europa – ricorda Alfonsi – ma se guardiamo il numero di alberi pro-capite, la situazione cambia. Abbiamo molto verde ma perché era un vuoto che aspettava di essere riempito”. Da qui, il progetto dei “100 parchi per Roma”, ossia la realizzazione di parchi distribuiti in tutti i municipi con una funzione non solo estetica, ma anche ambientale, sociale e sanitaria.

Un esempio virtuoso è il parco ad Acqua Acetosa: “In quell’area c’era un doppio inquinamento, per i rifiuti e per gli scarichi nel Tevere. Qui abbiamo fatto una bonifica completa del terreno, e oggi su questo territorio c’è un parco di otto ettari e mezzo, completamente fruibile e già molto frequentato”.

Analogo il lavoro su Centocelle: “Sulla carta è un parco da trent’anni, ma in realtà molte porzioni erano inaccessibili. Abbiamo eliminato gli autodemolitori che non dovevano stare lì ormai da diversi anni, e circa 2 mila metri quadri di terreno verrà de-impermeabilizzato, perché era completamente asfaltato. Su questa parte ci sarà un bosco di fitodepurazione”.

Insomma, tutte azioni collegate a un cambio di paradigma nella gestione del verde urbano, sempre più orientato alla resilienza climatica. E Alfonsi conferma: “Contrastare il cambiamento climatico significa investire sul verde, ma bisogna farlo affondandosi a professionisti. Ci vogliono tecnici che sappiano cosa fare”.

La cura degli alberi passa attraverso analisi diagnostiche, tecniche non invasive e piani di intervento. Ad esempio, Alfonsi racconta il caso dei pini affetti da Toumeyella parvicornis: “Se un albero non lo analizzi, può morire senza che nessuno se ne accorga”.

Un piano ambizioso

Facendo un bilancio, dunque, l’attenzione dei cittadini per il verde urbano è cresciuta, e questo è sicuramente un segnale incoraggiante: “C’è grande attenzione al verde, e questo è un dato sicuramente positivo: per contrastare il cambiamento climatico c’è bisogno che le città investano sul verde. E che questa sensibilità sia dei cittadini e delle amministrazioni è un dato che aiuta ad andare avanti”.

I piani dell’amministrazione Gualtieri sono ambiziosi: un sistema del verde capace di produrre benefici ambientali misurabili – come riduzione delle isole di calore, depurazione dell’aria e drenaggio urbano – ma anche sociali, ricreativi e culturali. In altre parole, una città più verde, più sicura e più vivibile.

Un impegno, questo, che non sarà semplice, tra vincoli normativi, burocrazia, resistenze culturali e gli ostacoli della crisi climatica che sono sempre più sfidanti. E che non si misura solo in numeri, ma in una nuova idea di città, dove al centro torna ad esserci la natura.

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