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Rosso opaco: Martin e Verstappen spengono l’entusiasmo italiano promettente

30.10.2023

La prima-fila griffata Cavallino di sabato non aiuta Leclerc e Sainz che perdono il confronto con Verstappen, ma anche con Hamilton. Le Ferrari arrivano a 349 punti, le Mercedes sono sopra di 22. Pecco perde in Thailandia contro la splendida cicala spagnola, che tanto incanta quanto (talvolta) sbaglia.

Da una parte la consapevolezza di dover limitare i danni, dall’altra la speranza di vivere una domenica di gloria. Ebbene, la giornata si chiude in un modo tanto amaro forse non del tutto inatteso. In MotoGP Bagnaia riesce, infatti, a perdere il più basso numero di punti possibili da un Martin ispiratissimo, mentre in F1 i sogni di gloria della Ferrari durano appena qualche centinaio di metri. Ossia quelli del rettilineo del via del GP di Città del Messico.

E dire che le speranze erano di tutt’altro tenore, dopo la prima fila tutta griffata Cavallino che sabato aveva sorpreso perfino Leclerc e Sainz. I due piloti Ferrari avevano premesso che la domenica sarebbe stata probabilmente più complessa, ma l’illusione di poter piazzare un’altra zampata si respirava. Invece la specialità della casa, la velocità di punta, svanisce di fronte a un Max Verstappen già in testa alla prima curva. Primo atto di un’altra giornata a chiare tinte di rosso opaco.

Verstappen brucia sia Leclerc che Sainz, il monegasco prova a resistere ma dall’altra parte spunta Perez, eroe di casa a caccia di redenzione. La malasorte però non fa sconti, e così la Rossa numero 16 a sandwich tra le due Red Bull urta e fa decollare proprio quella del messicano: fuori al primo giro, mentre il compagno campione del mondo si invola verso una vittoria già scritta.

Leclerc con un’ala spezzata e Sainz, mai realmente a suo agio, provano a limitare i danni. Ma tutto gira storto: la bandiera rossa, uscita ancora una volta al momento meno opportuno, e la relativa strategia. Le Ferrari si ripresentano in pista con gomme hard e l’obiettivo di limitare le Mercedes con le medie. Tutto sbagliato: Hamilton svernicia Charles pur con due ruote sull’erba, e il suo secondo posto non sarà mai in discussione. «Tra 5 giri le sue gomme caleranno», dicono a Leclerc quando ne mancano 26 alla fine: non succederà mai. Fortuna che un Norris tirato a lucido costringe Russell al sesto posto, con il terzo e il quarto posto dietro Hamilton, le Ferrari arrivano a 349 punti. Le Mercedes sono sopra di 22.

In Thailandia invece vince Martin, come previsto, ma Bagnaia gli arriva immediatamente alle spalle dopo l’ennesima gara da formica contro la splendida cicala spagnola che tanto incanta quanto (talvolta) sbaglia. Non succede a Buriram, dove il pilota Pramac si prende l’ennesima vittoria portandosi però solo a -13 da un Pecco che di cedergli la vetta della classifica di MotoGP non ha nessuna intenzione.

Eppure, la sua domenica inizia come era andato il suo sabato: male. Intruppato tra gli inseguitori, al quarto giro si ritrova addirittura settimo dietro Marc Marquez. In quel momento Martinator era solo a -2. Poi però Bagnaia riprende ritmo, recupera fino al terzo posto e al penultimo giro addirittura intravede la grande occasione di passare insieme Martin e lo splendido Binder, a lungo secondo. La squalifica di quest’ultimo gli regala la piazza d’onore e altri punti che potrebbero pesare tantissimo. Specie in un momento tanto difficile, per la sua Ducati e per chiunque nel mondo dei motori abbia il rosso nel cuore.

Credito fotografico: Red Bull Content Pool

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