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Salute

Rotary va oltre, indaga sugli effetti post Covid

11.10.2023

ll mondo rotariano mette in atto le proprie professionalità dando un contributo importante a sostegno delle zone più colpite durante l’emergenza pandemica, e fa nascere un laboratorio biomolecolare all’avanguardia per la ricerca long Covid, attualmente candidato al Premio InnovAid della Commissione Europea.

Il Covid ha colpito e lasciato il segno a Bergamo e Brescia, prima e più che altrove. In questo territorio il mondo rotariano ha messo in campo le proprie professionalità fornendo un contributo notevole nella fase acuta dell’emergenza pandemica e nel prosieguo per analizzare gli effetti prodotti dal virus. I Distretti del Rotary 2042 e 2050, che abbracciano la Lombardia orientale, si sono ritrovati a Brescia per riepilogare le iniziative che hanno permesso di rispondere ai bisogni delle comunità.

Bergamo con il laboratorio biomolecolare di Calcinate, considerato un modello di diagnostica a livello europeo, e il centralino telefonico d’aiuto Covid, Brescia con l’attivazione di una struttura ospedaliera dedicata e il centralino telefonico d’aiuto, sono stati solo alcuni e piccoli esempi di come il Rotary si sia attivato sul territorio. La competenza e il pragmatismo hanno permesso di prodigarsi per comprendere la situazione e capire cosa fosse meglio fare per andare in aiuto a chi combatteva il virus e chi aveva bisogno di esserne protetto senza restare isolato.

La scienza medica è tuttora impegnata nel cercare di comprendere i meccanismi che hanno prodotto la pandemia. Nel frattempo, la Commissione Europea si esprimerà sulla candidatura al Premio InnovAid del laboratorio di Calcinate, che resta unico nel suo genere e ha processato 300mila tamponi, rimanendo sotto la sua capacità, ma che, ciò nonostante, ha permesso ottenere un risparmio economico ben superiore all’investimento iniziale di 500.000 euro sostenuto dal Rotary. «Che sia un laboratorio all’avanguardia lo dimostra il fatto che se tutti i 267 milioni di tamponi eseguiti in Italia fossero stati processati con le tecniche impiegate a Calcinate, avremmo registrato un risparmio di 1 miliardo e 335 milioni di euro» – ha riportato il prof. Alberto Barzanò, presidente della Commissione Internazionale del Rotary 2042. Resta una pietra miliare il «Progetto Rocco», il primo progetto in Italia di valutazione dell’impatto del Covid sulla popolazione promosso da un’istituzione non sanitaria, con lo scopo di seguire per un anno (con assistenza e riabilitazione gratuite) chi è guarito dal virus, e che ha permesso di accertare la presenza di sintomi da long Covid nel 15 per cento dei casi seguiti.

«La sofferenza è stata riconosciuta con Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura – afferma Deodato Assanelli, medico chirurgo e Presidente Rotary Brescia Nord – Ho scritto ai presidenti rotariani dell’epoca, per sapere cosa avessero fatto durante il periodo Covid, così da raccogliere una serie di testimonianze. Allo stesso tempo ho verificato quanto è stato messo in atto dai rotariani delle due città. Ci siamo resi conto di quanto fatto di concreto in una situazione in cui eravamo chiusi e non potevamo comunicare». Gli studi hanno fatto emergere i danni a livello psicologico causati dal lockdown, in particolare nei giovani. “Ci troviamo in una situazione di relativa fragilità, e quindi è importante che, dopo l’esperienza terribile che abbiamo vissuto, il sistema sanitario intervenga a livello territoriale”.

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