23 Gennaio 2025
Milano, 6°

Esteri

Rutte: se Ucraina perdesse, alla Nato costerebbe “trilioni”

23.01.2025

Il segretario generale: ha ragione Trump su aumento spese e non solo

Milano, 23 gen. (askanews) – “Se l’Ucraina perdesse, allora ripristinare di nuovo la deterrenza della NATO, avrà un prezzo molto, molto più alto di quello che state contemplando in questo momento in termini di spesa, di aumento della nostra spesa e aumento della nostra industria della difesa”. Da Davos il segretario generale della NATO Mark Rutte ha avvertito che una vittoria russa sull’Ucraina costerebbe carissima e comprometterebbe la forza dissuasiva dell’alleanza militare che lo scorso hanno ha compiuto 75 anni e resta la più grande e di maggior successo al mondo. Ripristinarne la credibilità potrebbe voler dire migliaia di miliardi da spendere in più: cifre enormi rispetto a quanto si chiede ora di contribuire e persino rispetto agli aumenti di spesa che ogni giorno diventano più urgenti. “Ciò significherebbe che nell’Alleanza non si parlerà di un 3% (ossia di un moderato aumento) rispetto agli attuali impegni di spesa assunti all’interno della NATO; qualunque sarà l’esito esatto di quel dibattito, non si tratterà di miliardi in più, ma di trilioni in più”, ha aggiunto Rutte al World Economic Forum, in Svizzera, da dove il segretario generale ha accolto bene le ultime dichiarazioni di Donald Trump di imporre più sanzioni alla Russia, definendosi “molto, molto contento” della posizione di Trump. “Sappiamo che l’economia russa sta andando terribilmente male, e le sanzioni aiuteranno” ha dichiarato alla Cnbc a margine del forum.

L’Alleanza in questi mesi si è rafforzata lungo il fianco orientale, dispiegando migliaia di truppe e di equipaggiamenti per dissuadere Mosca dall’espandere la sua guerra in Ucraina nel territorio di uno qualsiasi dei 32 Paesi membri. Inoltre grazie a una decisone a livello politico maturata in occasione del summit NATO di Vilnius del 2023 – al fine di consentire al SACEUR (Comandante Supremo Alleato in Europa, generale Chris Cavoli) di disporre di forze prontamente impiegabili (in tutti i domini) – ha creato la Allied Reaction Force, che l’Italia si è offerta di assumere e portare a piena capacità operativa, come ha sottolineato lo stesso Cavoli, pochi giorni fa a Bruxelles.

La Nato in questi anni ha inoltre accolto due ex campioni del non allineamento: Finlandia e Svezia. E oggi Rutte ha insistito sul fatto che i sostenitori occidentali di Kiev devono “intensificare e non ridurre il sostegno” che stanno fornendo al paese, quasi tre anni dopo l’inizio dell’invasione russa.

Rutte ha parlato in tre contesti principali: una colazione “ucraina” a inizio della mattina; un’intervista alla tv americana Cnbc e una sessione plenaria con il giornasta e tech star Nicholas Thompson, ceo di The Atlantic. Rispondendo proprio a lui ha detto: “Penso che Donald Trump abbia ragione sul fatto che non stiamo spendendo abbastanza. E comunque, dobbiamo trovare un equilibrio con quanto spendono gli Stati Uniti, ma in particolare qui, dobbiamo guardare alla base industriale. Quindi, cosa produce la nostra industria della difesa, e cosa non produce abbastanza. Ma anche in termini di innovazione, siamo troppo lenti nell’innovazione”.

Nelle battute alla Cnbc Rutte ha espresso la speranza che ora anche l’Europa “intensificherà” le sanzioni nel tentativo di “strozzare l’economia russa” e ridurre i proventi di guerra di Mosca. “Trump ha ragione, l’Ucraina è più vicina all’Europa, ma Trump ha anche ragione nel dire che si tratta di un conflitto geopolitico, quindi sono sicuro che gli Stati Uniti vogliono che finisca con un accordo buono e forte”, ha aggiunto Rutte. Poco prima, durante la “colazione ucraina”, il segretario generale aveva fatto notare che ridurre gli aiuti a Kiev sarebbe “un errore geopolitico”. E proprio in quel contesto, in quella colazione informale, trasmessa in diretta streaming, una posizione particolarmente forte è stata espressa dalla Polonia, in maniera bipartisan, sia il presidente polacco Andrzej Duda, sia dal ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski. “Non voglio supplicare Vladimir Putin di sedersi al tavolo. Voglio che Vladimir Putin ci supplichi, supplichi l’Ucraina, supplichi gli alleati dell’Ucraina di sedersi al tavolo e di parlare di come porre fine a questa guerra e di come risolvere tutti i problemi che abbiamo intorno e sono pienamente d’accordo con il Segretario Generale (della Nato), con Mark Rutte: questo non è un conflitto locale, ma globale e richiede una soluzione globale”, ha detto il presidente della Polonia, in un discorso evidentemente molto sentito. “Questo non è il Putin che (Donald) Trump ha conosciuto nel suo primo mandato. Io penso che Putin debba guadagnarsi il summit (l’incontro con Trump)”. Lo ha detto il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski.

Peraltro Duda senza nominarlo ha fatto riferimento a un articolo uscito a 10 giorni dall’inizio della invasione russa dell’Ucraina, della ex eminenza grigia del Cremlino Vladislav Surkov. Designato da Mosca come mente del separatismo del Donbass, il 14 febbraio 2022 Surkov pubblicava un articolo “Il nebbioso futuro del mondo osceno” in cui sconfessava anche il trattato di Brest-Litovsk, del 1918, a causa del quale Mosca “ha abbandonato i vasti territori degli Stati baltici, della Bielorussia e dell’Ucraina che in precedenza le appartenevano” e concludeva “ed è impensabile che la Russia rimanga entro i confini di un mondo osceno”. Duda sembra non aver dienticato quel testo: “Ora sto pensando – ha detto oggi a Davos – ai paesi dell’Europa centrale, in particolare a quei paesi che sono stati per anni dietro la cortina di ferro nella zona di influenza sovietica e come sapete molto bene, alcuni consiglieri di Vladimir Putin a volte hanno detto che questa è una vera zona di influenza russa, anche ora, e questo è il diritto della Russia di avere le sue influenze in quella parte d’Europa e anche in quella parte di Unione Europea”. Il presidente polacco ha poi aggiunto: “Se si guarda all’aggressione russa contro l’Ucraina, se si guarda al linguaggio che hanno al Cremlino, nelle élite russe, se si guarda la TV russa, se si vede la quantità e le tonnellate di propaganda russa, si vede qual è il vero problema e qual è la vera soluzione per quella situazione”. (di Cristina Giuliano)

Condividi