21 Novembre 2024
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Scienza e tecnologia, Spazio

Salvare l’umanità dal prossimo asteroide distruttivo

La sonda Nasa verso l’asteroide 16-Psyche

Esistono reali possibilità future di un impatto catastrofico con corpi celesti che arrivano dallo Spazio. Per contrastare l’eventualità di una collisione esistono varie opzioni, tra cui anche quella nucleare. Ma la tecnica più efficace per un asteroide di dimensioni di 100 metri rimane la “deflessione cinetica”.

L’umanità sarà pronta in caso di nuovo impatto di un asteroide con la Terra? A preoccupare gli esperti non sono le testimonianze di eventi catastrofici, come la presenza del noto “Meteor crater”, nel deserto dell’Arizona, causato, si pensa, circa 60 milioni di anni fa da un meteorite del diametro di 50 metri, ma anche, e soprattutto, gli indizi provenienti da altri corpi celesti come la Luna e Mercurio. I due astri ci mostrano il loro, preoccupante, volto: un suolo ricoperto di crateri dovuti all’impatto con asteroidi. È un aspetto che disvela anche le condizioni del nostro pianeta, con tracce delebili, rese invisibili dall’attività geologica e dell’erosione. Se eventi come quello che può aver determinato l’estinzione dei dinosauri sono prevedibili con una cadenza di circa 200 milioni di anni, la frequenza delle possibilità diminuisce, facendo aumentare il rischio di impatti futuri, per gli asteroidi più piccoli che potrebbero essere, comunque, devastanti. Basti pensare che un meteorite di 100 metri sarebbe capace di distruggere l’area metropolitana di una grande città o un’interna nazione. I ricercatori conoscono gli asteroidi più grandi in orbita intorno alla terra (4 quelli di maggiori proporzioni), mentre il problema sorge di nuovo con quelli di dimensioni inferiori perché non ancora del tutto noti.

Le agenzie spaziali hanno già pianificato ed effettuato alcune missioni di protezione planetaria che vedono partecipi i ricercatori del CIRI Aerospace, il centro interdipartimentale di Ricerca Industriale dell’Università degli Studi di Bologna. Per contrastare l’eventuale caduta di un asteroide esistono varie opzioni. Persino la finzione cinematografica potrebbe divenire realtà. Come nel film Armageddon, una di queste potrebbe essere rappresentata dall’opzione nucleare, ma la tecnica maggiormente efficace per un asteroide di dimensioni di 100 metri è la deflessione cinetica. Essa consiste nell’invio di un satellite contro l’asteroide per modificarne la traiettoria, evitando che intercetti l’orbita della Terra. C’è però prima un problema da risolvere: la quantità di deflessione che si può produrre dipende dai detriti che l’impatto genererà. Quantità e velocità dei detriti sono, infatti, variabili che possono aumentare l’efficacia della deflessione anche di 5 o 10 volte. Inoltre, le caratteristiche dei detriti sono ignote, da qui l’esigenza di testare il metodo sugli asteroidi veri. È già accaduto grazie alla missione NASA DART che prevedeva l’impatto controllato contro l’asteroide Dimorphos. Il piccolo satellite ASI LICIACube, che accompagnava DART, ha valutato gli effetti a breve termine da una distanza molto più ravvicinata rispetto alle osservazioni compiute dalla Terra. Nel 2026 una nuova missione dell’ESA studierà invece le caratteristiche dell’asteroide, ricavando informazioni dal cratere. Sarà un’occasione utile per comprendere quanto siamo davvero bravi a deflettere e ad affrontare, così, l’eventuale e reale problema.

Credito fotografico: NASA

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