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Scienza e tecnologia

Sam Altman riprende il controllo di OpenAI, l’azienda che ha creato il sistema più potente degli esseri umani

23.11.2023

Ceo di OpenAI, Sam Altman partecipa al Revolution Forum sull'intelligenza artificiale (AI) a Taipei il 25 settembre 2023.

Steve Jobs ci aveva messo dici anni per farcela. Risurrezione record per l’onnipotente dell’intelligenza artificiale che è stato destituito dalla sua carica di Ceo per “mancanza di trasparenza”. Filosofia contro scienza, la guerra interna era tutta su questi due fronti.

Anche Steve Jobs fu cacciato dall’azienda che aveva creato, ma lui ci ha messo dieci anni per tornarci. Sam Altman per rientrare in OpenAI ci ha messo invece tre giorni lavorativi, una specie di resurrezione per chi lo giudica il dio dell’intelligenza artificiale. Quasi onnipotente, ma fino a che punto?

Insomma, il caso Sam Altman non riguarda solo Sam Altman, ma tutti noi. Visto che in gioco c’è la più grande invenzione dell’umanità, che è anche – a giudizio di molti – la più pericolosa. Quello che è successo nell’azienda che ha creato ChatGPT non ha solo risvolti economici: il capo è stato cacciato di venerdì 17 dal Consiglio di amministrazione, che lo ha destituito dalla sua carica di Ceo per “mancanza di trasparenza”, e con lui se n’è pure andato il presidente Greg Brockman. Mentre quello che è stato definito un “colpo di stato” veniva guidato da Ilya Sutskever (scienziato capo di OpenAI), che era preoccupato della sicurezza dell’azienda e del futuro, accusando Altman di pensare più alla crescita dei profitti.

In ballo, dunque, due diverse visioni di come portare avanti il progresso tecnologico, anche se il fondatore ha sempre dichiarato di non voler sottovalutare i rischi dell’AI generativa e, proprio per questo, della sua visione di costruire una super intelligenza digitale che alla fine diventerà più potente degli esseri umani. Filosofia contro scienza, la guerra interna era tutta su questi due fronti, ma il CdA – che è composto da persone che operano senza fini di lucro per comandare una compagnia di lucro ne vuole fare tantissimo – non aveva considerato quanto Altman fosse amato dai suoi dipendenti.

Così il weekend più pazzo del mondo hitech ha trasformato una sconfitta in un trionfo. Grazie a Microsoft, principale partner di OpenAI e il cui Ceo Satya Nadella ha subito dichiarato di voler assumere Sam e gli oltre 700 dipendenti (praticamente tutti) pronti a seguirlo. Così, dopo un primo dietrofont, seguito dall’ennesimo ripensamento, alla fine la decisione finale: Altman torna al suo posto, i protagonisti della fronda lasciano l’azienda, con Sutskever che lunedì si è salvato il posto scrivendo su X di essere profondamente pentito di aver preso parte all’estromissione del CEO.

Tutto è risolto? Il fondatore ha scritto che alla fine «tutto ciò che ho fatto negli ultimi giorni è stato al servizio di questo team e della sua missione» e ha concesso che un ente indipendente monitori e giudichi la sua leadership all’interno del progetto davanti al nuovo Consiglio che sarà guidato da Bret Taylor, uno dei primi dirigenti di Facebook ed ex co-direttore generale di Salesforce. E mentre Nadella ha subito detto di essere «incoraggiato dalle modifiche apportate al CdA», il fondo Thrive Capital – che valuta OpenAI più di 80 miliardi di dollari – ha dichiarato che continuerà a collaborare con l’azienda. Soldi, potere e tecnologia: Altmann insomma ha vinto, confermando il suo piano di sviluppo che prevede un accelerazione e lo sfruttamento commerciale di ChatGPT e delle sue versioni per le imprese. Il futuro dirà se abbiamo vinto anche noi.

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