23 Dicembre 2025
/ 23.12.2025

San Nicola, il vero Babbo Natale

Dal santo nato in Turchia a Babbo Natale: storia, reliquie, leggende e cultura popolare dietro il mito natalizio

Prima di diventare un’icona globale con renne, slitta e cappotto rosso, Babbo Natale è stato un vescovo. Un uomo in carne e ossa, nato intorno al 270 a Patara, porto della Licia, nell’attuale Turchia, e morto tra il 345 e il 352. Si chiamava Nicola, fu vescovo di Myra e il suo nome compare negli elenchi dei partecipanti al Concilio di Nicea del 325.

Su tutto il resto si è innestata una costruzione lenta, stratificata, durata secoli. Le notizie storiche su Nicola sono poche, ma sufficienti a collocarlo con precisione nel tempo e nello spazio. Il vuoto lasciato dalle fonti è stato colmato da racconti, leggende e pratiche popolari che hanno progressivamente trasformato un vescovo dell’Asia Minore in una figura familiare ai bambini di mezzo mondo.

Doni, bambini e una pedagogia medievale

La fama di Nicola nasce da episodi specifici e tramandati nei secoli. Il più noto riguarda tre giovani donne senza dote, che il padre pensava di avviare alla prostituzione. Per tre notti consecutive Nicola getta sacchi d’oro nella loro casa, permettendo loro di sposarsi. Da qui deriva l’idea del dono notturno e anonimo, elemento centrale anche nella figura moderna di Babbo Natale.

Un altro racconto, più duro, lega Nicola ai bambini. Tre ragazzi vengono uccisi da un oste e messi sotto sale; Nicola li restituisce alla vita. Questa storia circolava soprattutto nelle scuole ecclesiastiche medievali, dove il 28 dicembre si celebrava la Festa degli innocenti. In quei giorni gli studenti eleggevano un “vescovello” che presiedeva ai festeggiamenti e distribuiva doni. Dal XIII secolo, il 6 dicembre diventò il giorno in cui i bambini ricevevano regali in nome di San Nicola.

Da San Nicola a Santa Claus

Nei Paesi protestanti, con la Riforma, la figura del santo perse i tratti del vescovo cattolico ma mantenne la funzione di benefattore. Il nome cambiò: Sinterklaas nei Paesi Bassi, Samiklaus in area germanica. Quando gli emigranti europei portarono questa tradizione in America, la figura subì una nuova trasformazione.

Nel 1822 una poesia descrisse per la prima volta un Santa Claus che viaggiava su una slitta trainata da renne. L’immagine si consolidò nell’Ottocento e nel Novecento: prima con le cartoline natalizie europee, poi con l’iconografia fissata negli anni Trenta dall’illustratore Haddon Sundblom per Coca-Cola, che codificò l’abito rosso e bianco. Da quel momento Babbo Natale diventò un personaggio globale, scollegato dalla data del 6 dicembre e legato definitivamente al Natale.

Ossa, reliquie e nuove domande

Nell’XI secolo una buona parte delle reliquie di Nicola fu portata a Bari, altre finirono a Venezia. Nel 1992 le analisi del Dna stabilirono che appartengono alla stessa persona. Nel 2023, però, archeologi turchi hanno individuato sotto la chiesa di San Nicola a Demre una sepoltura intatta che potrebbe essere quella del vescovo di Myra.

Così, mentre Babbo Natale continua a viaggiare tra pubblicità e immaginario collettivo, San Nicola resta oggetto di studi, scavi e contese. Un uomo, diventato mito, che continua a muoversi tra storia documentata e narrazione popolare senza mai smettere di far discutere.

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