29.07.2023
“Essere in pedana è già un segno di rispetto”
Roma, 29 lug. (askanews) – “Poter competere è la cosa più importante per un’atleta. È importante per me personalmente, per la mia famiglia e per il mio Paese. Grazie per aver cambiato la decisione”. Lo afferma Olga Kharlan, la campionessa del mondo ucraina cui è stato permesso di partecipare alla competizione a squadre dopo essere stata squalificata per non aver stretto la mano alla russa Smironva. Per Bruno Gares, presidente della FFE e membro del Comex della FIE, “Questo è uno sport di fraternità, salutare è un costume che abbiamo perché noi schermitori abbiamo valori. La modifica sarà effettiva da domani”. Alla domanda dei giornalisti presenti, Gares dice che la procedura che ha assegnato il cartellino nero “era corretta, ma il cartellino nero è provvisorio, l’ufficio esecutivo è potuto tornare sulla decisione”. Kharlan ha poi commentato la lettera ricevuta dal presidente del CIO Thomas Bach: “Questo pomeriggio ho ricevuto la lettera e la mia reazione è stata di pianto, non ci potevo credere, ho pianto molto, avevo la mia squadra accanto e anche loro hanno pianto, così come la mia famiglia”. A chi le chiede se la modifica del regolamento che prevede di non dover più stringere la mano all’avversaria sia una cosa positiva Kharlan risponde: “Io penso che la guerra non sia un bene in generale, quello che accade in seguito sono conseguenze. Penso sia meglio non stringere la mano finché la guerra va avanti, essere in pedana contro un’atleta indipendente è già un gesto di rispetto”.