08.07.2023
Le vicende che hanno riguardato in ordine il ministro Santanchè, il sottosegretario Del Mastro e da ultimo il figlio del Presidente del Senato Ignazio La Russa hanno nuovamente infiammato il dibattito sulla giustizia.
Viene lecita una domanda: siamo tornati ai tempi dei governi Berlusconi con l’attacco dei PM all’esecutivo? Le toghe fanno veramente politica come una nota ufficiosa di Palazzo Chigi ha fatto trapelare?
Proviamo ad abbozzare una risposta. È indubbio che in Italia c’è un corto circuito che ciclicamente si verifica allorquando tutto ciò che “non è sinistra” va al governo. Tanto per essere più chiari, in Italia funziona in questo modo da circa un trentennio. In questa fase nella quale il centro-destra ha preso le redini del comando tale anomalia del rapporto tra politica e magistratura ha finito per accentuarsi.
Da qui il tentativo di una parte dell’informazione, saldata con la parte più politicizzata della magistratura, di strumentalizzare singole vicende del processo penale di turno per poi trasformarle in un casus belli di rilevanza politica. È illusorio tentare di risolvere quella che correttamente è stata definita anomalia del rapporto tra politica e magistratura tentando un approccio soft sul tema delle riforme o, ancor peggio, cercando un lasciapassare da parte dell’intera magistratura.
Peraltro, la vicenda del sottosegretario Del Mastro, accusato di aver rivelato notizie riservate in relazione alla vicenda Cospito, apre anche un’altra considerazione. La Procura aveva chiesto l’archiviazione e il GIP ha ordinato nei suoi confronti l’imputazione coatta. Se è vero che ciò capita raramente nei palazzi di giustizia vuoi vedere che il tema della separazione delle carriere inizia a prendere piede anche all’interno della magistratura?