9 Novembre 2024
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Economia, Scienza e tecnologia

Silicon Saxony a Dresda e Silicon Box a Novara

27.08.2024

Un gigafactory TSMC in Germania e un accordo con Singapore che ha scelto l’Italia per un nuovo maxi-impianto. L’Europa amplifica i piani per consolidare la sua leadership nel settore dei semiconduttori e dei microchip a livello mondiale. L’ambizione potrebbe aprire un nuovo fronte con la Cina. Tutti i dettagli.

Chi fa da sé fa per tutti, deve aver pensato il governo tedesco per avviare l’Europa verso un mercato diventato indispensabile, quello dei microchip. Così ecco che a Dresda, nei giorni scorsi, è stata posta la prima pietra di quella che sarà la gigafactory di TSMC, il famoso gigante taiwanese specializzato nella produzione di semiconduttori per dispositivi tecnologici. Il che, tra l’altro, potrebbe aprire un nuovo fronte con la Cina, che dei microchip taiwanesi è sempre più goloso (tanto da minacciare una guerra).

Il nuovo impianto tedesco, che sarà realizzato grazie a sovvenzioni di 5 miliardi di euro approvate dalla Commissione Europea, è un investimento che fa parte di una strategia più ampia per consolidare una leadership europea nel settore dei semiconduttori, visto dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen come un passo fondamentale per fare del nostro continente un centro globale dell’innovazione. Finalmente, si potrebbe aggiungere. La nuova fabbrica, unica nel suo genere in Europa, sarà specializzata nella produzione di chip per automobili e TSMC investirà circa 3,5 miliardi di euro nel nuovo stabilimento (di cui deterrà il 70% del capitale) in collaborazione con i gruppi olandesi NXP e quelli tedeschi Infineon e Bosch, che parteciperanno con il 10% ciascuno. Questa joint venture, denominata New European SemiconductorManufacturing Company (Esmc), prevede investimenti complessivi per 10 miliardi di euro, con la produzione che dovrebbe iniziare nel 2027, generando 2.000 posti di lavoro diretti e fino a 11.000 nell’indotto. Come detto, il governo tedesco ha giocato un ruolo cruciale in questa operazione, cofinanziandola con 5 miliardi di euro nell’ambito dell’Eu Chips Act, una legge europea sui chip volta a incentivare gli investimenti nel settore dei semiconduttori in Europa. E tutto questo rientra in un piano più ampio da 115 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati nel settore: a Dresda, città conosciuta come Silicon Saxony, il nuovo impianto avrà una capacità produttiva di 40.000 wafer di silicio al mese, con un focus sui chip per l’industria automobilistica. L’obiettivo è creare una gigafactory che rafforzi così la posizione della Germania e dell’Europa in questo settore strategico.

Una posizione che presto potrebbe conquistare anche l’Italia, visto l’accordo concluso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con Silicon Box, l’azienda di Singapore che ha scelto Novara come sede del suo nuovo maxi-impianto produttivo per la realizzazione di semiconduttori e microchip. L’investimento complessivo è di 3,2 miliardi di euro, per una fabbrica che produrrà 1.600 nuovi posti di lavoro diretti, a cui si aggiungeranno quelli per la costruzione dello stabilimento ad Agognate, diretto alla produzione di componenti per tecnologie di intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e componenti per veicoli elettrici. Manca solo l’ultimo passaggio, che è l’approvazione finale della Commissione Europea. Ma questo punto, il futuro è alle porte anche qui da noi.

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