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Cronaca, Sport

Sinner, non si ferma la scalata verso il dominio assoluto

01.04.2024

Jannik non si fa distrarre dal trionfo al Miami Open e dalle sue 22 partite appena vinte su 23 nel 2024. Il suo obiettivo è uno solo: la leadership della classifica mondiale. Davanti a lui rimane il sorpasso su Djokovic.

«Vengo da una famiglia normale, per me lo sport è una cosa e la vita è un’altra. Mio padre sta ancora lavorando, così come mia madre». Non aveva ricevuto domanda specifica, eppure Jannik Sinner ha sentito il bisogno di ricordare la sua provenienza. È stato il suo modo per inquadrare la straordinarietà del risultato ottenuto l’1 aprile 2024, e non è un pesce d’aprile: grazie alla vittoria al Masters 1000 di Miami è salito al numero 2 del mondo, come nessun italiano in quasi 150 anni di tennis. Né tra i dilettanti, né tra i professionisti. Né prima, né dopo l’avvento del computer. Il tredicesimo titolo in carriera, secondo in un torneo di categoria, passa quasi in secondo piano se non per l’agiatezza con cui ha dominato semifinale e finale dopo qualche (modesta) incertezza nei turni precedenti.

Daniil Medvedev ha raccolto tre game, Grigor Dimitrov uno in più, ma il principio non cambia: erano entrambi lontanissimi da Sinner, che in questo surreale avvio di 2024 ha vinto 22 partite su 23. L’unico capace di batterlo è stato Carlos Alcaraz, in semifinale a Indian Wells. Lo spagnolo sarà il suo grande rivale sul lungo termine, ma a breve Jannik ha un obiettivo storico e inedito: diventare numero 1 del mondo, piazzare il tricolore sulla vetta di una piramide che l’Italia non ha mai frequentato. Il bello è che non si tratta di “se”, bensì di “quando”, se non altro perché chi gli sta davanti (Novak Djokovic) ha 14 anni più di lui, una carriera agli sgoccioli e le incertezze dovute al licenziamento di coach Goran Ivanisevic. E allora… quando avverrà il sorpasso? I complessi meccanismi del ranking ATP fanno pensare al 10 giugno, giorno successivo al termine del Roland Garros. Il serbo è campione in carica e difende 2.000 punti, mentre Sinner appena 45 (l’anno scorso perse al secondo turno). Traduzione: se nei prossimi due mesi il distacco attuale (1.015 punti) restasse più o meno invariato, a Jannik basterebbe giocare un bel Roland Garros per infilare il sorpasso. Ma sono dettagli, perché il destino è scritto.

Lui – con una punta d’orgoglio – ha sottolineato la sua dedizione: «Forse altri tennisti si divertono più di me, adesso il mio problema è che ho pochi giorni per adattarmi alla terra battuta». Elegante frecciata a chi si fa sedurre dalle distrazioni extra-tennis. Le ragioni tecniche della sua quasi imbattibilità le ha illustrate coach Darren Cahill, ex mentore di Agassi e Halep che si ritrova a supervisionare un team tutto italiano, di cui – con grande eleganza – riconosce sempre i meriti, a partire da coach Simone Vagnozzi. «Abbiamo lavorato per migliorare il servizio, la transizione da difesa ad attacco, il rovescio in slice, la direzione del dritto e la risposta al servizio». Il tutto in un fisico che è diventato d’acciaio. Anche su quello, Cahill ha la risposta. «Il merito è di Umberto Ferrara, che è stato geniale nel suo compito. Ha capito che non si poteva comprimere in due mesi un percorso di sei, ha tracciato un programma e Jannik si è fidato». I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ma il bello è che il picco deve ancora essere raggiunto.

Credito fotografico: X @ATP Tour Miami Open

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