19 Aprile 2025
/ 16.04.2025

Sorpresa: con i pannelli solari sospesi sul campo vino e insalata vengono meglio

Con i pannelli solari dell’agrivoltaico la resa della vite è aumentata fino al 30%, quella dell’insalata del 10%, mentre per le colture foraggere si parla di incrementi fino al 40%. Ancora più significativa è la riduzione dei consumi idrici per il pomodoro: fino a - 65%

L’Italia sta scoprendo l’agrivoltaico, la tecnologia che unisce agricoltura e produzione di energia solare: si aprono nuove strade per la transizione ecologica. A fotografare lo stato dell’arte è stato il primo Forum Nazionale sull’agrivoltaico, organizzato da Legambiente a Roma, che ha riunito esperti, ricercatori e rappresentanti istituzionali per discutere benefici, opportunità e ostacoli di questa frontiera innovativa.

I numeri parlano chiaro: su 304 pareri Via rilasciati nel 2024 dalla Commissione Pnrr Pniec del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, 153 hanno riguardato impianti agrivoltaici. Di questi, ben il 78% ha ricevuto esito positivo. Una conferma dell’interesse crescente e della validità del modello, che promette di rivoluzionare il settore rendendolo più resiliente ed efficiente.

L’agrivoltaico, infatti, permette di installare pannelli fotovoltaici sospesi sui terreni agricoli, garantendo la continuità delle coltivazioni sottostanti. Secondo studi condotti sul campo, questa soluzione ha già dimostrato importanti benefici agronomici: la resa della vite è aumentata fino al 30%, quella dell’insalata del 10%, mentre per le colture foraggere si parla di incrementi fino al 40%. Ancora più significativa è la riduzione dei consumi idrici per il pomodoro, che ha raggiunto il 65%. Un contributo concreto in un’epoca segnata da siccità e cambiamenti climatici.

Ostacoli burocratici

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha stanziato 1,1 miliardi di euro per sostenere questa transizione, con l’obiettivo di installare entro il 2026 una potenza agrivoltaica pari a 1,04 GW e una produzione attesa di almeno 1.300 GWh/anno. Alla chiusura del primo bando, sono arrivate 643 domande di finanziamento per un totale di oltre 1,7 GW, con il Sud e le Isole in prima linea. Per garantire l’uso completo delle risorse, il bando è stato riaperto fino al 30 giugno 2025.

Nonostante le potenzialità, però, lo sviluppo dell’agrivoltaico in Italia incontra ancora numerosi ostacoli, in primis burocratici. Legambiente denuncia i ritardi negli iter autorizzativi, le posizioni restrittive di alcune Regioni, e le opposizioni di sovrintendenze e ministero della Cultura. Eclatante è il caso della Toscana, che vuole introdurre nuovi requisiti regionali per definire gli impianti agrivoltaici, nonostante esista già una normativa nazionale chiara.

Progetto europeo

Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha lanciato un appello per superare le contrapposizioni ideologiche tra agricoltura e produzione energetica. “L’agrivoltaico – ha dichiarato – è una leva potente per integrare il reddito degli agricoltori, produrre energia pulita e centrare gli obiettivi di decarbonizzazione. È ora di abbandonare la logica del conflitto e costruire modelli integrati e replicabili, capaci di rispondere alle sfide climatiche ed energetiche”.

A rafforzare questa visione contribuiscono i dati del progetto europeo Value4Farm, secondo cui l’agrivoltaico può garantire rese agricole comparabili, o addirittura superiori, a quelle in pieno sole anche in condizioni di stress idrico. L’efficienza nell’uso dell’acqua cresce in media del 15%, mentre i giorni di sofferenza idrica si riducono del 60%. Un’opportunità straordinaria per ripensare l’intera filiera agricola, dall’irrigazione alla gestione degli input chimici, in ottica agroecologica e tecnologica.

Non solo: l’infrastruttura elevata degli impianti agrivoltaici consente l’integrazione di sensori e strumenti per il monitoraggio ambientale e l’agricoltura di precisione, aprendo scenari inediti per l’innovazione nel settore. La ricerca scientifica sta anche esplorando i vantaggi dei pannelli semitrasparenti, che potrebbero proteggere le colture dall’eccessiva radiazione solare, evitando il blocco della fotosintesi e migliorando la qualità dei raccolti.

In questo contesto, l’agrivoltaico si configura come uno strumento strategico per recuperare aree marginali e collinari, spesso abbandonate, restituendo loro una funzione produttiva sia in termini agricoli che energetici. La sfida ora è promuovere progetti di qualità, dove la sinergia tra agricoltura e fotovoltaico non sia solo teorica, ma concreta e duratura.

Il Forum nazionale organizzato da Legambiente ha voluto lanciare un messaggio chiaro: l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare leader nell’agrivoltaico, ma serve un cambio di passo a livello normativo, culturale e operativo. Perché il sole, se ben gestito, può far crescere non solo energia, ma anche il futuro dell’agricoltura.

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