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Su mozione difesa Ue tensioni Pd, in bilico tra sì e astensione

11.03.2025

La decisione poco prima del voto di mercoledì a Strasburgo

Roma, 11 mar. (askanews) – Il Pd proverà fino all’ultimo ad evitare la spaccatura sulla risoluzione del Parlamento europeo che fissa la linea sui temi della difesa e del riarmo. Il gruppo S&D si è riunito lunedì sera, poi in giornata si sono visti gli europarlamentari della delegazione dem e stasera ci sarà un’altra riunione, ma solo mercoledì mattina – assicurano in molti – si arriverà a fissare la linea. La discussione, spiega un dirigente Pd, è tra astensione e voto a favore a Strasburgo, ma il confronto durante i colloqui di queste ore è stato assai teso, racconta chi ha partecipato. Per questo il capo delegazione Nicola Zingaretti userà tutto il tempo a disposizione per cercare di portare il partito sulla posizione che riesce a tenere dentro il maggior numero di eurodeputati dem.

Le posizioni sono distanti, in parecchi vorrebbero votare no: oltre a Marco Tarquinio e Cecilia Strada, questa sarebbe la scelta anche di un bel pezzo di sinistra Pd, cioè quasi tutta la maggioranza che sostiene Elly Schlein. La stessa segretaria nei giorni scorsi ha usato parole nette contro il piano di riarmo presentato da Ursula von der Leyen, mentre adesso si deve votare un testo che esprime un apprezzamento esplicito per quel progetto, pur aggiungendo una serie di critiche e richieste di modifica.

Il voto, va precisato, non sarà sul piano della von der Leyen, ma appunto su una risoluzione che definirà gli indirizzi in materia di difesa e riarmo. Ma nella bozza di risoluzione di S&D – che confluirà nel testo di maggioranza scritto insieme a Ppe e Liberali – si legge appunto che il Parlamento europeo “accoglie con favore l’iniziativa ‘Rearm Eu’ della Commissione come un primo passo importante per un’azione rapida”. Un passaggio che sarà anche nella risoluzione di maggioranza e che è difficile da accettare anche per la Schlein, che ha definito la proposta come un “piano che va nella direzione sbagliata”, quella del “riarmo nazionale dei 27 stati” anziché verso una “vera difesa europea”.

Ma di fatto il Pd è solo, anche tra i socialisti europei, a sostenere questa linea. Sono per il voto a favore non solo il britannico Starmer, ma anche lo spagnolo Sanchez, i socialisti della Spd e tutti gli altri. E l’ìdea di un Pd isolato a livello europeo, “che si schiera sulla posizione di Salvini e Conte anziché su quella dei socialisti” ha fatto scattare l’allarme nell’ala ‘di governo’ del partito.

In questi giorni sono cresciute le pressioni dell’ala riformista dem, supportate anche da interventi ‘pesanti’ come quelli degli ex premier Paolo Gentiloni, Romano Prodi, Enrico Letta, e del primo segretario Pd Walter Veltroni. Tutti, sostanzialmente, d’accordo nel ritenere il “Rearm Europe” comunque un “primo passo” che va in ogni caso sostenuto.

Una bella fetta del gruppo dem – l’area “riformista”, a cominciare da Pina Picierno – è già decisa a votare sì, spiega uno degli esponenti Pd a Bruxelles. Sull’altro fronte, d’altro canto, c’è Marco Tarquinio che voterà sicuramente no, come probabilmente anche Cecilia Strada. Ma i “Pd per il sì” potrebbero essere parecchi, nel caso in cui si scegliesse l’astensione, di fatto il gruppo apparirebbe spaccato in tre : circa 8-9 per il sì (ma Stefano Bonaccini dovrebbe seguire comunque le indicazioni del partito), più o meno altrettanti per l’astensione e un paio per il no.

Per questo Zingaretti sta lavorando per trovare il modo di tenere il partito unito. Spiega ancora il dirigente Pd: “E’ complicato, nel testo c’è quell’apprezzamento per il piano von der Leyen, ma anche l’invito a portare le spese militari al 3% del Pilà Non possiamo accettarlo. Vediamo se riusciamo a correggere questi ed altri passaggi”. Lavoro non facile, perché appunto il testo viene scritto insieme al Ppe e anche parecchi dei socialisti sono a favore.

Ma Schlein deve anche guardare al suo fianco, il leader M5s Giuseppe Conte è andato a Strasburgo per dire “ci opporremo con tutte le nostre forze, in tutte le sedi. Oggi al Parlamento europeo di Strasburgo per dire basta a miliardi” spesi per le armi. Si vedrà domattina se il Pd riuscirà a strappare qualche correzione alla risoluzione che permetta il sì – dal quale comunque si sfileranno almeno Tarquinio e Strada – o se si arriverà a dare indicazione per l’astensione, sapendo che in tanti voteranno comunque sì.

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