In un Paese che funziona alla perfezione viene alla luce un sistema che discrimina alcuni gruppi di persone, tra cui donne e stranieri, e lo fa in maniera del tutto immotivata. Il crimine nel capolavoro di Steven Spielberg stava realmente per essere compiuto, in Svezia invece si agisce solo sulla base del pregiudizio. Il focus.
Nel sentire comune, la Svezia è spesso percepita come una sorta di Eldorado dei diritti, sempre ai primi posti nelle classifiche dei Paesi in cui si vive meglio e in quelle sulla trasparenza, con una legge sulla libertà di stampa tra le più longeve, una democrazia che gode di ottima salute e con un sistema pensionistico tra i migliori al mondo. Eppure, il sistema di previdenza sociale presenta non pochi lati oscuri, rivelandosi spesso discriminante per determinati gruppi di persone: in particolare donne, stranieri e coloro che appartengono a ceti sociali più bassi.
Il funzionamento del sistema previdenziale svedese ricorda da vicino “Minority Report“, il celebre film di Steven Spielberg con Tom Cruise come protagonista e ispirato a un romanzo di Philip K. Dick.
Il racconto è ambientato in un futuro in cui l’umanità ha eliminato gli omicidi e ridotto la criminalità grazie ai “precog”, che prevedono qualunque gesto violento o illegale. Chi sta per compiere il misfatto viene arrestato prima che possa farlo e così la sicurezza pubblica è salva. Quello adottato in Svezia è un meccanismo, sotto certi aspetti, analogo. La Försäkringskassan, agenzia statale che gestisce le richieste di sussidio, utilizza un sistema di algoritmi predittivi che segnala in automatico (ovvero senza che un illecito sia stato effettivamente compiuto) le persone che rispondono a determinate caratteristiche, facendo sì che scattino d’ufficio gli accertamenti delle autorità.
Di fatto il sistema, come hanno sottolineato le indagini di Lighthouse e Svenske Dagbladet, discrimina alcuni gruppi di persone e, tra l’altro, lo fa in maniera del tutto immotivata. Ad esempio, le donne sono più controllate degli uomini, nonostante la percentuale di errori o irregolarità nelle domande di sostegno economico delle prime non sia maggiore rispetto a quelle dei secondi. Anche chi guadagna meno della media nazionale, chi non ha una laurea o è straniero viene sistematicamente ed ingiustificatamente identifico come soggetto ad alto rischio di frode e per questo indagato.
La giustificazione della Försäkringskassan per l’adozione di questo sistema è la ricerca di una fantomatica “epidemia di frodi“, che però non trova riscontro nei dati effettivi. Nel 2022, ad esempio, su 5520 persone segnalate, il 30,5% è stato indagato dalla polizia. Tra loro, 1054 sono state giudicate dai tribunali, e solo 166 sono state condannate (più 83 patteggiamenti). Una percentuale non così alta da giustificare interventi preventivi su ampia scala. Già nel 2016 il Comitato per l’Integrità svedese aveva parlato di “profilazione dei cittadini” e segnalato di rischi estremi per l’integrità personale. Il sistema, infatti, non garantisce la giusta equità e quello in atto sembra essere solo l’ennesimo esempio di pregiudizi che colpiscono determinati gruppi di persone senza ragioni chiare. E in questo sta una grossa differenza con Minority Report: nel racconto fantascientifico il crimine stava realmente per essere compiuto, in Svezia invece si agisce solo sulla base del pregiudizio.