10 Luglio 2025
/ 10.07.2025

Sviluppo sostenibile, l’Italia rallenta su ambiente, giustizia e parità di genere

Secondo l’ultimo Rapporto Istat sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdgs), l’Italia registra un rallentamento su temi cruciali come ambiente, giustizia, salute e parità di genere. I Goal 15 e 16 risultano tra i più critici, con la maggior parte delle misure in stallo o in peggioramento. Persistono forti disuguaglianze tra Nord e Sud

L’Italia rallenta la corsa verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. A fotografare la situazione è l’ultimo Rapporto Istat sugli SDGs, che analizza l’andamento di oltre 180 indicatori per misurare i progressi del Paese in ambito ambientale, sociale ed economico. I risultati mostrano un quadro contrastato: da un lato ci sono segnali positivi, ma dall’altro si evidenziano arretramenti e un persistente divario tra Nord e Sud.

Ambiente e giustizia in stallo

Tra i goal in maggiore difficoltà ci sono quelli legati alla vita sulla terra (Goal 15) e a pace, giustizia e istituzioni solide (Goal 16). Secondo l’Istat, l’89% delle misure relative al Goal 15 risultano stabili o in peggioramento. Non va meglio per il Goal 16, dove l’80% degli indicatori non mostra progressi e ben il 60% è in peggioramento. Preoccupano anche i dati su salute (Goal 3) e parità di genere (Goal 5), con rispettivamente il 40% e oltre il 60% delle misure che non migliorano. Stagnazione anche per l’accesso all’acqua e ai servizi igienici (Goal 6), dove più del 70% delle misure resta invariato. A bilanciare questo quadro ci sono alcuni segnali incoraggianti. Gli indicatori legati a lavoro e crescita economica (Goal 8), energia pulita (Goal 7) e partnership globali (Goal 17) mostrano miglioramenti significativi: in questi ambiti, oltre tre quarti delle misure segnano un progresso nell’ultimo anno. Bene anche il Goal 4 sull’istruzione e quelli su città sostenibili (Goal 11) e consumo responsabile (Goal 12).

Nord e Sud, due velocità per la sostenibilità

Il rapporto evidenzia con forza il divario tra Nord e Sud del Paese. Nelle regioni settentrionali, oltre la metà delle misure si colloca in una posizione migliore rispetto alla media nazionale. In particolare, Valle d’Aosta, Lombardia e Friuli Venezia Giulia emergono per performance elevate, soprattutto grazie agli indicatori economici (Goal 8) e alla lotta alla povertà (Goal 1). Al contrario, nel Mezzogiorno più della metà delle misure registra valori peggiori della media, con Campania e Siciliatra le regioni più in difficoltà. Le criticità principali riguardano l’istruzione e la deprivazione materiale.

Non mancano però segnali positivi anche al Sud. Abruzzo, Molise e Basilicata, ad esempio, mostrano risultati incoraggianti in ambito ambientale, con buone performance nei Goal 13 (clima), 14 (vita sott’acqua) e 15 (biodiversità terrestre). Le Marche, nel Centro, si collocano addirittura sopra la media del Nord grazie ai progressi su inclusione sociale e lavoro.

Italia meglio dell’Ue su ambiente, ma resta fragile su economia e istituzioni

Nel confronto con gli altri Paesi europei, l’Italia si posiziona sopra la media Ue su molti indicatori legati alle aree Persone e Pianeta, ma mostra ritardi significativi in Prosperità e Pace e partnership. In particolare, la nostra economia continua a soffrire di fragilità strutturali e disuguaglianze, mentre la fiducia nelle istituzioni e la qualità della governance restano punti critici.

Dal 2015, i progressi sono stati evidenti soprattutto nell’ambito ambientale, dove la Spagna è leader, e in quello sociale, con la Francia e l’Italia ai vertici per diversi indicatori. Ma nel campo della crescita economica e dell’efficienza amministrativa, la Germania si conferma largamente in vantaggio.

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