12 Marzo 2025
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Esteri

Tajani, non reagire in modo scomposto a nuovo corso Usa

17.02.2025

L’europa non deve inginocchiarsi nè atteggiarsi a miles gloriusous

Roma, 17 feb. (askanews) – «Di fronte a Trump stiamo ai fatti Chi reagisce inmodo scomposto poi corre il rischio di affondare» dice il ministro degli esteri Antonio Tajani in un’intervista al Corriere della Sera.

Quando il mare si alza «non ci si agita sulla barca, o davvero si ri- schia di affondare. Si tiene il timone e, uniti, si affronta la situazione». Antonio Tajani, di ritorno da Monaco dove ha partecipato alla conferenza sulla Sicurezza che ha spaven- tato l’Europa di fronte ad un’America che sembra voler- la mettere all’angolo, sembra molto meno agitato dei colle- ghi. «Ho visto troppa ansia e nervosismo», dice il ministro degli Esteri, che ha incontrato per due volte il suo omologo Usa Marco Rubio e non ha tratto sensazioni così negati- ve. Certo, quella che sta avve- nendo in America è una rivo- luzione vera, ma l’errore più grave che potrebbe fare l’Eu- ropa è quello di «reagire in modo scomposto». Non biso- gna insomma né «fare come Fracchia—dice ironicamente — e prostrarsi davanti a Trump, né atteggiarsi a miles gloriosus». Bisogna invece «contare sulla propria forza». Quale? Per Tajani è eviden- te: «Siamo noi europei che abbiamo imposto le sanzioni alla Russia, nessuno può pen- sare realisticamente che que- sto non conti al tavolo delle trattative. Nessuno può parla- re a nome nostro. Quindi ci sarà sicuramente la nostra vo- ce, anche perché il sostegno all’Ucraina dell’Europa non è mai mancato».

È però sull’atteggiamento di Donald Trump che si è sca- tenato il panico. Raccontano di giornate nervosissime a Monaco, di una riunione dei ministri degli Esteri organiz- zata addirittura ieri mattina alle 7 per preparare il vertice «d’emergenza» voluto da Ma- cron per oggi, che ha creato qualche malumore tra gli esclusi e ha provocato qual- che dubbio pure fra gli inclu- si, quasi che fosse una mossa del presidente francese in chiave di rafforzamento per- sonale.

Anche su questo il ministro degli Esteri consiglia calma, non farsi vedere agitati, non fare la voce troppo grossa e nemmeno mostrare terrore. Bisogna «stare ai fatti» e pre- sentarsi davanti a Trump a pa- rità di muscoli, per così dire. Intanto, aspettare per capire davvero cosa voglia ottenere, a partire dalla politica dei da- zi, sulla quale anche l’Europa ha i suoi argomenti da mette- re sul tavolo, a cominciare dal fatto che è il primo mercato mondiale. Il secondo, è raf- forzare la propria difesa. Un po’ perché gli Usa lo chiedono a gran voce da tempo, essen- do davvero sbilanciato il con- tributo alla Nato tra America e alleati, un po’ perché in futuro potrebbero aprirsi fronti di- versi e l’Europa deve poter es- sere all’altezza.

In questo, sarebbe molto positivo il risultato che si potrebbe ottenere «scorporan- do le spese militari dal Patto di stabilità» e magari con una sorta di eurobond europei o con altri strumenti del gene- re. E l’altro grande obiettivo è quello di saper presentare proposte alternative a quelle degli Stati Uniti, che «restano il nostro alleato e un Paese amico». Per capirsi, se Trump parla di Gaza come terra da trasformare in riviera, l’Euro- pa non può solo dire no ma deve fare una propria propo- sta. E «noi ci stiamo già lavo- rando, perché la via è quella di essere protagonisti». An- che offrendo contingenti in ambito Onu sia a Gaza che nel prossimo eventuale spazio di contro

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