11 Marzo 2025
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Spettacolo

Teatro, le “Baccanti” (di archiviozeta) in prima nazionale a Roma

11.03.2025

Il 4 aprile Palladium, con un Dioniso dalla natura doppia, androgina

Roma, 11 mar. (askanews) – Il culto dionisiaco riportato alle sue origini indiane. Il rapporto con la natura. Il tema del doppio, nel teatro così come nella vita. Il ribaltamento dei ruoli, le identità mutevoli. Tra danza Bharatanatyam e musica contemporanea eseguita dal vivo, sono questi i temi principali attraversati da archiviozeta nel nuovo allestimento di Baccanti di Euripide, in scena per la prima volta all’interno di un teatro – dunque in Prima Nazionale – il 4 aprile al Teatro Palladium. Un appuntamento che segna il ritorno della compagnia, dopo diversi anni, nella Capitale.

Fondata nel 1999 da Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti, archiviozeta è una delle realtà più rigorose e politiche della scena teatrale europea degli ultimi 30 anni, nota per una costante attenzione verso le grandi questioni che attengono alla memoria storica ma anche per la scelta di spazi non teatrali e spesso en plein air in cui sviluppare la propria ricerca artistica, che proprio per questo motivo si articola sempre in dialogo con i vari luoghi che va ad abitare. Un’idea di teatro dunque che è sempre site specific. Non a caso nel 2024 archiviozeta ha ricevuto il Premio Ubu/Progetto speciale per il “fulgido percorso in grado di dilatare ‘il teatro che abbiamo in mente’. Il loro teatro compare infatti fra ex-tiri a segno, negli ex-mercati, dentro gli archivi di stato, nelle biblioteche e negli istituti medici, fra le aule magne, nei padiglioni oncologici e in cammino dentro e attorno a monumenti di guerra, come il Cimitero militare germanico al Passo della Futa, forse il loro luogo della memoria prediletto (…). Un teatro dunque pienamente politico perché sollecita e rigenera il vivere insieme grazie alla partecipazione artistica, senza mai rinunciare ai misteri e alle ineffabili vertigini della poesia”.

La prima versione di Baccanti nasce nel 2023 nell’ambito della rassegna inosservanza, pensata in stretta relazione con Villa Aldini a Bologna che ha accolto il debutto, con i suoi spazi neoclassici trasformati dalla messa in scena di archiviozeta. Nel 2024 poi, un secondo allestimento ha riguardato la navata barocca dell’ex chiesa di San Mattia, sempre a Bologna. Oggi la nuova sfida per questa rilettura dell’opera di Euripide è di misurarsi per la prima volta con uno spazio teatrale vero e proprio.

Alla guida di un gruppo di giovani attrici e attori di fronte a uno dei testi fondamentali del teatro antico, un inno alla vita indistruttibile, Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti affrontano la tragedia scritta tra il 407 e il 406 a. C. depurandola dagli stereotipi stratificatisi nei secoli, andando al cuore dell’antico edificio tragico e ancora più indietro nel tempo, fino ad arrivare alle origini più remote del culto dionisiaco, la cui nascita risale all’antichissima cultura indiana. “Potremmo dire che il Dionisismo è stata una declinazione occidentale dello Shivaismo e ha rappresentato, in immagini e in versi, l’essere umano in comunione con il tutto, con la vita selvaggia, con gli animali della montagna e con la foresta” afferma archiviozeta, che aggiunge: “Per dare corpo e vita al nostro Dioniso e porlo al centro delle domande cruciali del nostro tempo – a partire dal nostro rapporto con la natura – abbiamo deciso di rifarci liberamente a quel variopinto alfabeto fisico di gesti, posture, sguardi che abbiamo iniziato ad esplorare sapientemente guidati da Giuditta de Concini, maestra di danza indiana Bharatanatyam. Anche la partitura musicale pensata con Patrizio Barontini è un contrappunto che dialoga costantemente con la parola, innervandola con estrema delicatezza di ritmi, echi, melodie esoticamente dionisiache ma che spesso scivolano verso la modernità”.

Questo scavare all’origine, questo tornare alla struttura archetipica – prima indiana, poi greca – del Mito, è la chiave per la messa in scena di archiviozeta, dove il coro femminile di Baccanti è interpretato da attori uomini, Penteo da un’attrice che impersona un uomo che si traveste da donna e, infine, Dioniso stesso viene interpretato, in simbiosi, da un’attrice e da un attore contemporaneamente, “a significare la natura doppia, imprendibile, androgina e instabile del dio fanciullo e toro, sacerdote e regista”.

Perché Dioniso, oltre a essere il dio dell’ebbrezza, della Natura e della metamorfosi, è anche il dio del Teatro. Dunque Baccanti, secondo la visione di archiviozeta, diventa una grande riflessione sul teatro e il suo doppio, sul vedere e sull’illusione di vedere. E, allargando lo sguardo, sulla realtà e sulla sua mistificazione, ovvero la problematica più urgente alla base della grande crisi che investe il mondo contemporaneo.

Al termine dello spettacolo, i registi Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni dialogheranno con Paolo Pecere, docente di Storia della Filosofia all’Università di Roma Tre e autore del saggio Il dio che danza. Viaggi, trance, trasformazioni (Nottetempo, 2021), e Riccardo Chiaradonna, docente di Storia della filosofia antica all’Università di Roma Tre.

Inoltre, prima di arrivare a Roma, archiviozeta sarà al Teatro Arena del Sole di Bologna il 22 e 23 marzo con La montagna incantata, dal romanzo di Thomas Mann. Anche in questo caso, un evento speciale in forma di maratona che consentirà per la prima volta di vedere l’intero lavoro in una giornata, dopo quattro anni di allestimenti itineranti nel Cimitero militare germanico del passo della Futa e nel complesso monumentale di San Michele in Bosco all’Istituto Ortopedico Rizzoli. Un’occasione unica nell’anno in cui ricorrono due importanti anniversari: i 150 anni dalla nascita e i 70 dalla morte di Thomas Mann.

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