La crisi climatica è una realtà ormai riconosciuta dalla maggior parte della popolazione. Un recente studio condotto da Altroconsumo evidenzia come nove persone su dieci attribuiscano la responsabilità del cambiamento climatico alle attività umane, mentre il 72% degli intervistati respinge l’idea che il fenomeno non stia realmente avvenendo. Tuttavia, nonostante questa consapevolezza diffusa, permangono difficoltà legate alla comprensione del problema e all’adozione di misure efficaci per affrontarlo.
Uno degli aspetti più critici emersi dall’indagine è il basso livello di alfabetizzazione climatica. Solo il 30% degli intervistati si ritiene ben informato sul tema, ma un test basato su domande vero o falso ha rivelato che il 59% ha fornito solo due risposte corrette su sette. Inoltre, la maggioranza dei cittadini non ha una conoscenza approfondita delle politiche governative e comunitarie adottate per contrastare la crisi climatica.
Un crescente senso di ansia
Gli effetti del riscaldamento globale sono comunque ormai tangibili nella vita quotidiana e creano preoccupazione. La percezione del cambiamento climatico si manifesta principalmente attraverso temperature elevate ed eventi meteorologici estremi, mentre le ripercussioni economiche, come l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e delle bollette energetiche, incidono in modo significativo sul bilancio delle famiglie. Questi fattori alimentano un crescente senso di ansia, soprattutto tra coloro che sono più informati sull’argomento. Secondo la scala di Clayton & Karazsia, i più vulnerabili all’eco-ansia sono gli under 40, in particolare se hanno figli a carico.
Le azioni adottate dai cittadini per limitare il proprio impatto ambientale sono spesso motivate da ragioni economiche. Tra le scelte più diffuse vi sono la riduzione del consumo di acqua e il minor utilizzo del riscaldamento. Tuttavia, il cambiamento climatico sta incentivando anche comportamenti più sostenibili: il 42% degli intervistati sta valutando di passare alle energie rinnovabili, mentre molti dichiarano di preferire alimenti di stagione, ridurre l’uso della plastica e prestare maggiore attenzione al riciclo.
Nonostante la volontà di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico, numerosi ostacoli limitano l’azione individuale. Il 52% degli intervistati afferma di non poter fare di più a causa di difficoltà finanziarie, mentre il 44% indica la mancanza di incentivi economici adeguati come principale freno. Anche le abitazioni non risultano sufficientemente preparate ad affrontare gli effetti del cambiamento climatico, con tre persone su dieci che ritengono la propria casa inadeguata sotto questo aspetto.
Mancano informazioni affidabili
Un ulteriore problema evidenziato dallo studio riguarda la carenza di informazioni affidabili. Il 22% degli intervistati lamenta la difficoltà di reperire dati chiari e verificabili, mentre la fiducia nelle fonti di informazione risulta bassa, con l’eccezione degli scienziati, che godono di ampia credibilità.
Nonostante le difficoltà, i cittadini ripongono grandi speranze nella scienza e nella tecnologia per trovare soluzioni efficaci alla crisi climatica. Tuttavia, affermano che il loro impegno può essere più incisivo solo se supportato da adeguate condizioni economiche e da un maggiore sostegno governativo. Tra le priorità indicate dagli intervistati figurano investimenti nel trasporto pubblico, il contrasto alla fast fashion e lo sviluppo della rete ferroviaria europea.
L’indagine di Altroconsumo evidenzia la necessità di un maggiore impegno informativo e di sensibilizzazione per permettere ai cittadini di compiere scelte consapevoli. Solo attraverso una comunicazione chiara, accurata e accessibile sarà possibile aumentare la consapevolezza e incentivare azioni concrete per affrontare la crisi climatica in modo efficace.