16 Maggio 2024
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Società

Troppo amici dei propri figli, ad ogni costo

Cosa c’è dietro il ricorso della famiglia dello studente 16enne che aveva accoltellato la sua prof. e perché la tragica morte del piccolo Manuel? La consapevolezza degli adulti può aiutare i più giovani a ricalibrare il loro uso dei social medi?

L’adolescenza è un periodo di crescita e grandi trasformazioni; è necessario imparare a gestire il conflitto, lasciare spazio all’indipendenza del ragazzo, ma garantire la presenza dell’adulto. Bisogna dimostrarsi pronti all’ascolto, ma non insistere; insomma, un periodo davvero complicato e negli ultimi tempi ancora di più, con figure genitoriali troppo “amiche” dei figli e che forse eccedono nel volerli tutelare.

La tragica morte del piccolo Manuel di 5 anni a causa di un video girato per il canale YouTube ci riporta alla questione. Come spiega la psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Serena Valorzi, il coinvolgimento dei genitori nei social media, la mania di “essere in vetrina”, crea confusione tra il concetto di essere amati e quello di essere ammirati. Questo può creare modelli di comportamento negativi per i figli, che possono iniziare a vedere la ricerca di consensi online come l’unica fonte di validazione personale.

La psicologa spiega l’importanza di sensibilizzare gli adulti sugli effetti negativi dei social media e dello smartphone, attraverso incontri pubblici e libri. La consapevolezza degli adulti può aiutare i più giovani a ricalibrare il loro uso dei social media.

Non è tutto, la cronaca degli esami di maturità ci riporta anche al caso di maggio di Abbiategrasso con quel sedicenne ora detenuto al Beccaria, che ha colpito con sei coltellate la professoressa e ha minacciato di usare la pistola giocattolo. La professoressa dopo l’operazione e il colpo alla testa ha bisogno di riabilitazione, ma il vero problema per la famiglia è solo fare ricorso perché il ragazzo non venga bocciato, in quanto i voti sono ottimi nelle altre materie… dal web scrivono «la mela non cade mai lontano dall’albero».

E intanto un adolescente su cinque ha disturbi mentali che si protrarranno nella vita: parliamo dunque del 20% del totale. Ma questi genitori dove sono? Che esempio danno quando insegnano violenza alle partite di calcio, laddove si dovrebbe imparare il fair play… pensiamo così a quello che è successo a Seregno, il dirigente della squadra che è stato colpito alle spalle da un violento calcio alla schiena da parte di un papà che litigava con altri genitori. Con quel calcio lo sfortunato ha perso un rene e rischiato di perdere anche la milza. Ne valeva davvero la pena?

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