Sedici Stati (più Washington, DC) hanno deciso di portare il governo federale davanti a un giudice. Al centro della causa, depositata il 16 dicembre, c’è la sospensione di due programmi di finanziamento per le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, creati dal Congresso nel 2022 con la Bipartisan Infrastructure Law. Secondo i ricorrenti, l’amministrazione Trump ha bloccato fondi già approvati senza fornire spiegazioni formali, alterando l’equilibrio tra potere esecutivo e legislativo e ostacolando di fatto la diffusione della mobilità elettrica.
I fondi bloccati e il nodo istituzionale
Il Dipartimento dei Trasporti (Usdot) ha smesso di autorizzare nuovi finanziamenti per il Charging and Fueling Infrastructure Program (Cfi) e per l’Electric Vehicle Charger Reliability and Accessibility Accelerator Program.
Si tratta di programmi quinquennali, entrambi previsti dalla legge sulle infrastrutture, che nel complesso muovono miliardi di dollari. Il Cfi è il principale strumento federale per finanziare la costruzione di nuove colonnine per auto elettriche e stazioni di rifornimento a idrogeno; mette a disposizione 2,5 miliardi di dollari destinati a Stati e amministrazioni locali. L’Accelerator, invece, è pensato per la manutenzione, la riparazione e il ripristino dei punti di ricarica già installati ma non funzionanti.
Nella causa si sostiene che questa scelta, definita “silenziosa e non motivata”, violi la separazione dei poteri: il Congresso ha stanziato le risorse con maggioranze bipartisan e le agenzie federali avrebbero l’obbligo di darvi attuazione.
Le parole di Bonta e Newsom
Il procuratore generale della California, Rob Bonta, ha parlato apertamente di un’azione illegale: “Il tentativo illegale dell’amministrazione Trump di bloccare i finanziamenti per le infrastrutture dei veicoli elettrici deve arrivare a un punto morto”. E ha aggiunto che lo stop rischia di “rallentare la lotta contro l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico, frenare l’innovazione e ostacolare la creazione di posti di lavoro verdi”.
Sulla stessa linea il governatore Gavin Newsom: “L’amministrazione Trump sta trattenendo illegalmente fondi della legge bipartisan sulle infrastrutture, investimenti approvati dal Congresso per costruire la rete americana di ricarica elettrica, ridurre l’inquinamento e creare migliaia di posti di lavoro ben retribuiti. Non lo accetteremo”. La California, ha ricordato, ha già 2,4 milioni di veicoli a zero emissioni in circolazione e progetti green pronti a partire.
California laboratorio elettrico
Secondo la California Energy Commission, lo Stato dispone oggi di più prese pubbliche per la ricarica elettrica che di pistole di benzina. I fondi federali per 179,8 milioni di dollari, destinati ad agenzie statali, servirebbero a costruire e mantenere una rete di ricarica veloce e affidabile, considerata cruciale per gli obiettivi climatici. “Ci aspettiamo che i finanziamenti federali approvati in modo bipartisan continuino a sostenere questa infrastruttura”, ha dichiarato il presidente della Cec David Hochschild.
Progetti fermi e cause in tribunale
La sospensione dei programmi ha già avuto effetti concreti: cantieri rinviati, incertezza finanziaria e progetti bloccati. In California sono a rischio, tra gli altri, 59,3 milioni di dollari per un corridoio elettrico dedicato ai mezzi pesanti, 55,9 milioni per il trasporto merci a zero emissioni nei pressi dei porti e 63,1 milioni per riparare colonnine non funzionanti.
La causa chiede al tribunale di dichiarare illegittima la condotta dell’amministrazione Trump e di impedirle in modo permanente di trattenere fondi già stanziati. Una battaglia legale che, più che tecnica, racconta una frattura politica profonda: da una parte una Casa Bianca che rallenta la mobilità elettrica, dall’altra Stati decisi a difendere, anche in tribunale, il proprio percorso di transizione.
