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Cronaca, Lavoro

Ue, avanti con la direttiva sulla disumanizzazione del rapporto di lavoro

15.04.2024

Finalmente i lavoratori delle piattaforme online saranno tutelati. I ministri dell’Occupazione e degli Affari Sociali di tutta l’Unione Europea confermano la tanto attesa “direttiva rider”. Manca solo il voto finale di Strasburgo a questo traguardo storico.

Dopo un lungo e complesso percorso iniziato alla fine del 2021, la tanto attesa direttiva rider è finalmente in dirittura d’arrivo. Una disposizione, questa, che sarà cruciale per la protezione dei quasi 30 milioni di lavoratrici e lavoratori delle piattaforme digitali in Europa che trovano spazio all’interno della “gig economy”, il modello basato sul lavoro occasionale, temporaneo e su chiamata.

La nuova norma rappresenta un traguardo storico: raggiunta l’11 marzo dopo la conferma ufficiale da parte dei ministri dell’Occupazione e degli Affari Sociali dell’Ue, è il primo atto giuridico europeo mirato a regolamentare e migliorare la gestione algoritmica in questo settore.

In breve, le nuove regole si propongono di rendere più trasparente l’uso degli algoritmi e di riconoscere lo status di dipendente per coloro che lavorano su piattaforme come Uber e Deliveroo; inoltre, l’accordo garantisce che le persone siano adeguatamente informate sull’utilizzo dei sistemi di monitoraggio e delle decisioni automatizzate riguardanti per esempio la loro assunzione, le condizioni di lavoro e i guadagni. Ancora, le decisioni automatizzate non potranno essere prese senza supervisione e valutazione umana, e il personale avrà diritto di ottenere spiegazioni e revisioni riguardo a tali decisioni.

 

Nel contesto italiano, in particolare, questa direttiva rappresenta un tassello fondamentale per questa categoria di lavoratori, specialmente per i rider del comparto del food delivery, che vivono spesso condizioni di disumanizzazione della gestione del rapporto di lavoro.

Per citarne uno dei tanti, ricordiamo il caso di Sebastian Galassi, lo studente-fattorino 26enne travolto da un’auto nell’ottobre del 2022 mentre effettuava una consegna, la cui famiglia l’indomani ha visto recapitato sul cellulare del ragazzo un messaggio di licenziamento per condotta inappropriata. La comunicazione, naturalmente, era automatizzata, ma ha messo bene in luce un duplice problema, quello della mancanza di un rapporto umano e quello della scarsa tutela legata alla sicurezza stradale. Ma la lista di questioni irrisolte è più lunga: mancanza di un’assicurazione adeguata, lunghe ore di lavoro senza pause, pressioni per rispettare tempi serrati, anche in caso di condizioni atmosferiche che non consentono ai rider di spostarsi in sicurezza. Senza dimenticare l’aspetto economico e sociale per i lavoratori che rimangono feriti durante il servizio, spesso abbandonati a dover affrontare le conseguenze senza un adeguato sostegno.

Le nuove normative, dunque, si propongono di migliorare le condizioni lavorative, aiutando a garantire dignità e diritti fondamentali dei dipendenti delle piattaforme digitali. Ora però manca solo un ultimo passaggio formale, il voto finale a Strasburgo da parte del Parlamento europeo ad aprile, dopo di che ciascuno Stato membro avrà 2 anni di tempo per recepire le disposizioni. La speranza è che, nell’attesa, siano in grado di tutelare i propri lavoratori a dovere.

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