28.02.2025
Ue, i giovani italiani primi per interesse all’ambiente
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Negli ultimi anni, l’attenzione dei giovani italiani verso le questioni ambientali ha registrato un notevole incremento. Secondo un recente sondaggio commissionato dall’Unione Europea nel 2024, il 46% dei giovani italiani considera l’ambiente e il cambiamento climatico come la principale priorità per l’UE nei prossimi cinque anni, posizionando l’Italia al vertice tra gli Stati membri in termini di sensibilità ambientale giovanile.
Il sondaggio, parte dell’Eurobarometro, è stato condotto su un campione rappresentativo di giovani europei di età compresa tra i 16 e i 30 anni. L’obiettivo era comprendere le priorità e le preoccupazioni delle nuove generazioni riguardo alle politiche dell’Unione Europea.
Nel 2021, un sondaggio analogo aveva rilevato che i giovani italiani interessati all’ambiente e al cambiamento climatico come priorità per l’UE erano il 34%. In soli tre anni, questa percentuale è aumentata di 12 punti, raggiungendo il 46% nel 2024. A livello europeo, la media dei giovani che considerano l’ambiente una priorità per l’UE si attesta al 33%. L’Italia dunque supera significativamente questa media, seguita da Paesi storicamente più attenti a questi temi, come la Danimarca (44%) e la Francia (40%).
In Italia, però, le risposte istituzionali non sempre hanno incontrato le aspettative sull’ambiente dei giovani. Nel settembre 2024, la Camera dei Deputati ha approvato il cosiddetto “DDL sicurezza”, che prevede pene detentive fino a due anni per chi blocca strade durante manifestazioni non autorizzate, come quelle organizzate da giovani attivisti climatici. Questa legge, percepita da molti come una misura “anti-dissenso”, ha suscitato molte critiche.
La distanza tra giovani e Governo sulle questioni ambientali solleva infatti interrogativi sulla reale volontà o capacità delle istituzioni di ascoltare e supportare le istanze delle nuove generazioni espresse in forma netta ma pacifica. L’incremento dell’interesse dei giovani italiani per le questioni ambientali tra il 2021 e il 2024 rappresenta un segnale positivo di crescente consapevolezza e desiderio di cambiamento. Ma senza un dialogo costruttivo da parte delle istituzioni questa energia rischia di andare sprecata.