02.12.2023
Gli ultracinquantenni contribuiscono al Pil mondiale per 45 bilioni di dollari. «L’evoluzione demografica in corso ci coglie relativamente impreparati. Per questo è necessario mettere a punto nuovi modelli di contratto sociale e soprattutto di welfare».
L’invecchiamento medio della popolazione mondiale è un fenomeno ampiamente noto, e in Italia è sicuramente più sviluppato rispetto ad altri Paesi europei e non. Questa nuova situazione demografica, che indubbiamente presenta diverse criticità, ed è causa di enormi preoccupazioni, in prospettiva potrebbe dare vita anche a buone notizie per il mondo dell’economia e del lavoro.
La Rome Business School ha, infatti, presentato una ricerca dal titolo “Da silver economy a longevity economy. Salute, tecnologia e opportunità di business”, in cui emergono le colossali possibilità che la forza lavoro composta dagli ultracinquantenni può fornire oggi e nel prossimo avvenire. Tra gli autori dello studio c’è Valerio Mancini, che ha osservato: «L’evoluzione demografica in corso ci coglie relativamente impreparati. Per questo è necessario mettere a punto nuovi modelli di contratto sociale e soprattutto di welfare».
Il gruppo di lavoro della Rome Business School ha evidenziato alcuni dati da cui è indispensabile partire. Entro il 2050 il numero degli Over 50 salirà a livello planetario del 44%, raggiungendo la cifra di 3,2 miliardi di individui. Un fenomeno che interessa in modo particolare l’Italia, dove già oggi l’età media è di 46,5 anni e il numero di Over 80 passerà dagli attuali 5,9% della cittadinanza al 14,6% nel 2100. Già nel 2075, invece, il numero degli Over 65 supererà quello dei minori di 15 anni.
Va da sé che una forza lavoro più “anziana” necessiti di attenzioni e accorgimenti che i mondi di lavoro, economia e tecnologia stanno sviluppando sempre di più. A partire da Intelligenza Artificiale e “AgeTech” (tecnologie a portata di chi ha un’età non più verdissima). L’obiettivo è trasformare lo stile di vita di chi ha superato i 50 anni in modo da rendere il lavoro più agile e gradevole, migliorando contemporaneamente anche la qualità del tempo libero: cruciale è tenere attiva la mente tramite l’esercizio delle capacità cognitive. Il tutto senza ignorare percorsi sanitari dedicati a chi lavora, ma non è più nel fiore degli anni.
D’altronde i numeri spiegano per quale motivo sia fondamentale investire su questo genere di iniziative. Già oggi infatti gli Over50 contribuiscono al Pil mondiale per 45 bilioni di dollari, ma si prevede che questa cifra arriverà nel 2050 a ben 96 bilioni. Numeri quindi praticamente raddoppiati, in un lasso di tempo inferiore a trent’anni. In tutto questo, però, il periodo della vita trascorso in ottima salute e quello in cui non si è più nel pieno delle proprie forze è rimasto proporzionalmente uguale.
Nel frattempo gli ultracinquantenni si stanno avvicinando sempre più alla tecnologia. Lo dimostrano i dati di Health & Science Italy, secondo cui il 93% di loro utilizza lo smartphone, il 90% WhatsApp e l’80% è iscritto almeno a un social network. Ma ora si punta a estendere questa dimestichezza anche ad altri settori, legati più specificamente al mondo del lavoro. Anche e soprattutto negli ambiti che maggiormente interessano una popolazione più anziana, come medicina e Pubblica Amministrazione.