02.07.2023
Un progetto che trasforma le auto a combustione in ibride, finisce con una tragedia
Il CNR sta indagando sulle cause dell’esplosione, avvenuta durante il test su strada di un prototipo, costata da vita a due ricercatori a Napoli. L’auto portava un kit per convertire un’auto tradizionale in un veicolo ibrido solare, riducendo consumi ed emissioni.
Due ricercatori, l’ingegnera Maria Vittoria Prati e Fulvio Filace, sono morti in seguito all’esplosione di un prototipo di auto ibrida che stavano testando. L’incidente è avvenuto giorni fa a Napoli, nel contesto di un progetto finanziato dall’Unione europea e realizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), con l’obiettivo di trasformare le auto con motori a combustione convenzionali in veicoli ibridi, alimentati in parte tramite energia solare.
Ma qual è il progetto nel dettaglio del Cnr, che dopo l’esplosione dell’altro giorno, sembra miseramente fallito? Il prototipo dell’auto in questione, brevettato da eProlnn, uno spin-off dell’Università di Salerno, è un’auto con motore a combustione, equipaggiata con motori elettrici supplementari, alimentati da una batteria collegata a pannelli solari posizionati sul tettuccio e sul cofano del veicolo. Questa innovativa soluzione faceva parte del progetto Life-Save dell’Unione europea, lanciato nel 2017 con l’obiettivo di ridurre le emissioni del settore automobilistico attraverso la creazione di kit installabili facilmente su auto convenzionali, similmente a quanto avviene con gli impianti a metano o GPL.
Il progetto Life-Save mira a realizzare un kit per aggiornare le auto già in circolazione, trasformandole in veicoli ibridi per ridurre le emissioni senza doverle rottamare anzitempo.
Il prototipo esploso era dotato di due motori elettrici nelle ruote posteriori, in grado di fornire trazione integrale e di generare corrente nei rallentamenti. Una batteria al litio nel bagagliaio accumulava l’energia, con il contributo di due metri quadri di pannelli solari monocristallini applicati sulla carrozzeria. L’auto, così equipaggiata, puntava a ridurre consumi ed emissioni del 20% nella guida in città.
Il progetto è stato finanziato dal programma LIFE della Commissione europea. Tuttavia, a seguito dell’incidente avvenuto il 23 giugno 2023, il sito web del progetto è stato temporaneamente disattivato in segno di rispetto per le vittime. L’auto è riconducibile, dunque, al progetto di eProInn s.r.l. (Energy and Propulsion Innovation), società spin-off dell’Università di Salerno, nata dall’iniziativa di docenti e ricercatori afferenti all’eProLab del Dipartimento di Ingegneria Industriale. La sede di eProInn si trova nell’edificio L7 del campus di Fisciano che ospita le aziende spin-off dell’Università di Salerno.
«Il nostro obiettivo – si legge sul sito della realtà nata in seno agli ambienti universitari – è promuovere lo sviluppo e l’industrializzazione di un kit per convertire un’auto tradizionale in un veicolo ibrido solare, riducendo consumi ed emissioni. Il sistema di conversione, brevettato e già applicato su una Fiat Punto, può essere applicato a tutti i veicoli convenzionali a trazione anteriore, con costi molto inferiori rispetto all’acquisto di un nuovo veicolo ibrido o elettrico. Il progetto HySolarKit ha ottenuto il “Seal of Excellence” di Horizon 2020 ed è attualmente portato avanti da eProInn e dai partner industriali Landi Renzo, Mecaprom e Solbian nell’ambito del progetto LIFE-SAVE».
Il CNR ha dichiarato che è ancora «assolutamente prematuro avanzare ipotesi» sulle cause dell’incidente, che potranno essere formulate solo a seguito di «una minuziosa analisi anche scientifica», che è già in corso. Per onorare la memoria delle due vittime, l’ente ha annunciato la programmazione di eventi e momenti di ricordo nell’ambito delle celebrazioni per il centenario del CNR.