30 Ottobre 2025
/ 30.10.2025

Un rinoceronte tra i ghiacci, estinto da 23 milioni di anni

Lo scheletro quasi completo di Epiaceratherium itjilik offre nuove chiavi per comprendere la dispersione dei rinoceronti tra Europa e Nord America e rivela l’antico ecosistema lacustre del cratere di Haughton nell’Artico canadese

Tra le rocce del cratere di Haughton, sull’isola di Devon, nel Nunavut, un fossile eccezionalmente conservato ha riscritto la storia dei rinoceronti. Gli scienziati del Canadian Museum of Nature hanno descritto una nuova specie, Epiaceratherium itjilik, il rinoceronte più settentrionale mai scoperto.

Uno scheletro quasi completo nel cuore dell’Artico

Il fossile, risalente a circa 23 milioni di anni fa (inizio del Miocene), proviene da sedimenti lacustri ricchi di resti vegetali e animali. Si tratta di uno scheletro quasi completo. Secondo il museo, è stato recuperato circa il 75% delle ossa dell’animale, comprese quelle diagnostiche come denti, mandibole e parti del cranio.

“Oggi esistono solo cinque specie di rinoceronti in Africa e Asia, ma in passato erano diffusi in Europa e Nord America, con oltre cinquanta specie note dal record fossile”, afferma Danielle Fraser, principale autrice dello studio e responsabile della sezione di paleobiologia del museo. “L’aggiunta di questa specie artica all’albero genealogico dei rinoceronti offre nuove prospettive sulla loro storia evolutiva”.

L’analisi, pubblicata su Nature Ecology and Evolution, mostra che Epiaceratherium itjilik era un rinoceronte di piccola taglia, privo di corno, simile per dimensioni al rinoceronte indiano moderno. Il nome della specie, itjilik, significa “frosty” o “frost” in lingua inuktitut. Gli scienziati hanno scelto questo termine in collaborazione con Jarloo Kiguktak, anziano inuit ed ex sindaco di Grise Fiord, che ha partecipato a diverse spedizioni paleontologiche nell’Artico.

La storia del fossile affonda le radici nel 1986, quando Mary Dawson, curatrice emerita del Carnegie Museum of Natural History di Pittsburgh e pioniera della paleontologia artica, raccolse le ossa chiave — denti, mandibole e parte del cranio — che avrebbero permesso di identificarlo come un rinoceronte. Dawson, scomparsa nel 2020, è citata postuma come coautrice dello studio insieme a Natalia Rybczynski e Marisa Gilbert.

“Ciò che è notevole è che le ossa fossili sono in condizioni eccezionali. Sono tridimensionalmente preservate e solo parzialmente mineralizzate. Circa il 75% dello scheletro è stato scoperto, il che è incredibilmente completo per un fossile”, dichiara Marisa Gilbert, coautrice e assistente di ricerca senior al museo.

L’evoluzione dei rinoceronti tra Europa e Nord America

Lo studio non si limita alla descrizione della nuova specie. Il team ha costruito un nuovo albero genealogico dei rinoceronti, analizzando 57 taxa quasi tutti estinti. I risultati suggeriscono che i rinoceronti abbiano attraversato un antico ponte di terra tra Europa e Nord America — il North Atlantic Land Bridge — milioni di anni più tardi di quanto si pensasse.

In precedenza, si credeva che quel corridoio di dispersione fosse scomparso circa 56 milioni di anni fa. L’inclusione di Epiaceratherium itjilik indica invece migrazioni avvenute ancora nel Miocene. “Le nostre ricostruzioni mostrano che il Nord Atlantico ha avuto un ruolo molto più importante nell’evoluzione dei rinoceronti di quanto si pensasse”, osserva Fraser. “Più in generale, questo studio conferma che l’Artico continua a offrirci nuove conoscenze sulla diversificazione dei mammiferi nel tempo”.

Il cratere di Haughton, oggi un deserto gelido di 23 chilometri di diametro, era allora un ambiente lacustre ricoperto da foreste temperate. Le analisi dei fossili vegetali confermano un ecosistema rigoglioso, dove vivevano mammiferi, uccelli e pesci. Con il gelo e il disgelo del permafrost, i resti si sono lentamente affiorati in superficie, permettendo agli scienziati di recuperarli.

Il fossile di Epiaceratherium itjilik è oggi custodito nelle collezioni del Canadian Museum of Nature, mentre la preparazione dei resti è stata completata al Carnegie Museum of Natural History.

Come sottolinea Fraser, “È sempre emozionante e istruttivo descrivere una nuova specie. Ma ciò che emerge da Epiaceratherium itjilik è che la storia evolutiva dei rinoceronti, e in generale dei mammiferi, passa anche attraverso i ghiacci dell’Artico”.

CONDIVIDI
Ponte Stretto di Messina
Gaza

Continua a leggere