16 Maggio 2024
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Cultura

Un sorriso che colpisce a Natale

Nella culla termica c’era qualcosa e il cuore del parroco ha cominciato a scalpitare. Oggi si è per la prevenzione dell’aborto e dell’abbandono in luoghi che non garantiscono la sopravvivenza dei neonati. La culla degli esposti non può mai essere considerata un invito, ma certamente una opportunità di salvezza.

È un sorriso che colpisce a Natale. Il sorriso del parroco della chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco di Bari (Fonte Ansa). Sono le 7.20 dell’antivigilia di Natale e una neonata, Maria Grazia, viene abbandonata nella culla termica di una parrocchia. Non è una storia felice, è forse la storia di una madre che ha pensato per sua figlia a un futuro diverso da quello che si potrebbe comprensibilmente auspicare. Non una famiglia, non dei fratelli di sangue, ma un luogo dove possa essere “accolta”, quasi nello Spirito del Natale, da chi sostiene che vi è più luce e che dimorano più possibilità, per sé, per gli altri, in un bambino sofferente, nato nella povertà materiale e spirituale. È un sorriso quasi incomprensibile dinanzi alle vicende di chi ha deciso di arrendersi e quante cose si potrebbero dire di quei genitori…

Si può far a meno, nonostante tutto, del proprio bambino? La reazione di quel sacerdote, don Antonio Ruccia, che aveva previsto l’utilità di un dispositivo apparentemente così obsoleto, capovolge questo punto di vista, svelandoci una visione, la dimensione della festa che ci approntiamo a vivere. Non solo regali e addobbi utili, ma l’istinto, il bisogno o la fiducia di donare a un mondo, forse “amico”, ciò che potrebbe “far meglio” senza di noi. «Quando ho sentito squillare il cellulare» – racconta il parroco all’Ansa – «che mi avvisava che nella culla termica c’era qualcosa, il mio cuore ha cominciato a scalpitare. Quella piccola, a pochi giorni dal Natale del nostro Signore, mi ha fatto un dono: è come se fossi venuto di nuovo al mondo. Accanto a lei non c’era altro: non un biglietto, non un cambio».

Tornerà quella madre? Sarebbe bello farle capire, in quest’ottica, che non ha sbagliato di molto, che ha aderito a un sistema culturale che, probabilmente, nella sua più facile da comprendere essenzialità, sa dare ancora speranze. La povertà, l’essenzialità, basi da cui partire per edificare ancora. Le culle termiche prendono ispirazione dalle più antiche ruote degli esposti. La prima ruota fu voluta in Italia da Papa Innocenzo III a Roma. In Polonia c’è una Finestra della vita in ogni Diocesi. Anche Germania, Svizzera, Repubblica Ceca, Ungheria, Belgio, Croazia sono sensibili al tema.

L’obiettivo oggi è la prevenzione dell’aborto e dell’abbandono in luoghi che non garantiscono la sopravvivenza dei neonati. Tra le associazioni che si occupano di informare l’opinione pubblica sul tema c’è chi auspica apposite campagne volte a far conoscere le reali proporzioni di un fenomeno e le possibilità offerte da una soluzione che non vuol essere per nessuna ragione un invito, ma una opportunità di salvezza. Quella salvezza che in tanti intonano in questi giorni, in un anno di conflitti, morti innocenti, di distruzione, guardando a una mangiatoria che ci chiama a un amore incondizionato, oltre le soddisfazioni personali, il coraggio di lottare insegnatoci dalla vita, i pregiudizi nei confronti di un gesto e le appartenenze.

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