21 Ottobre 2024
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Cronaca, Economia, Esteri

Venti di “guerra” tra Europa e Cina sull’elettrico

13.06.2024

Xiaomi SU7, il primo veicolo elettrico lanciato dal produttore cinese di smartphone Xiaomi, esposto al 17° Salone Internazionale dell'Automobile di Pechino (Auto China 2024).

La Cina inonda il mercato europeo con veicoli elettrici a basso costo. L’Europa esegue una lunga indagine sui sussidi statali cinesi per la produzione automobilistica e apre la strada a una potenziale “guerra” dei dazi con Pechino a giugno. Previsti 3 livelli di tassazione. Quali conseguenze?

Novità in arrivo sul fronte mercato auto elettriche. L’Unione europea ha espresso l’intenzione di imporre alla Cina tariffe sulle importazioni di veicoli elettrici, aprendo la strada a una potenziale “guerra” estiva con Pechino. La notifica formale delle tariffe potrebbe arrivare a metà giugno, dopo una lunga indagine sui sussidi statali cinesi per la produzione automobilistica. L’inchiesta anti-sovvenzioni, avviata lo scorso ottobre, è nata dal sospetto che la Cina stesse inondando il mercato europeo con veicoli elettrici a basso costo a causa della sovraccapacità e della diminuzione della domanda interna, ottenendo così un vantaggio competitivo iniquo. E se l’indagine confermerà i sospetti, Pechino riceverà una pre-notifica formale delle tariffe e avrà 4 settimane per fornire prove a confutazione ella tesi europea. Ma a quanto ammonterebbero queste tariffe e con quali conseguenze?

In breve, l’Ue propone 3 livelli di tassazione: tariffe individuali per le aziende specificamente indagate, una tariffa media per le aziende che hanno collaborato alle indagini e una tariffa residua per quelle non indagate. In termini più concreti, secondo la società di consulenza Rhodium Group, si parlerà di tassi fissati tra il 15% e il 30%, quote che i grandi conglomerati cinesi come BYD potrebbero facilmente assorbire. In termini di vendite nel territorio europeo, secondo il Kiel Institute, con una tariffa per esempio del 20%, le importazioni diminuirebbero del 25%: considerando che nel 2023 il numero di auto arrivate nel mercato Ue è stato di circa 500.000, ciò significherebbe una riduzione di circa 125.000 auto elettriche, sferrando un colpo al commercio bilaterale del valore di circa 4 miliardi di dollari.

Ancora, sempre secondo il Kiel Institute, il calo delle esportazioni dei veicoli cinesi sarebbe in gran parte compensato da un aumento della produzione all’interno dell’Ue e da una riduzione del volume di esportazione di veicoli elettrici, ma con un probabile aumento dei prezzi per i consumatori. La produzione europea in questo settore è infatti significativamente più costosa rispetto alla Cina a causa dei prezzi più elevati di energia, materiale e manodopera, e questo potrebbe mettere sotto pressione non solo i consumatori, ma anche i produttori. Da canto suo, la Cina sta già preparando nuove strategie per affrontare i dazi all’importazione, e non è improbabile che reagirà con contromisure che potrebbero colpire una serie di esportazioni dell’Ue verso il Paese asiatico, inclusi prodotti come cognac e latticini.
Ma per Pechino l’imposizione di tariffe potrebbe essere una prova di forza, poiché il settore delle auto è cruciale per il successo delle esportazioni cinesi. E il Presidente Xi Jinping difficilmente farà passi indietro dal suo impegno di dominare l settore della tecnologia a livello globale: il commercio rimarrà per la Cina un campo di battaglia dove stabilire le condizioni?

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