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Cronaca, Istruzione

Verso la prima scelta di vita

10.03.2024

Dopo il diploma c’è chi si definisce “determinato” e chi “intimorito”, chi sceglie col cuore e chi guarda alle opportunità economiche. Dove vanno i nostri giovani e in quale modo decidono il futuro. Le indagini di AlmaDiploma svelano il segreto.

AlmaDiploma ha reso noti i risultati dell’indagine svolta negli scorsi mesi su quasi 29mila diplomati nel 2023. I dati raccolti provengono da 159 istituti (indirizzi liceali, tecnici e professionali), distribuiti su tutto il territorio nazionale. Il questionario aveva lo scopo di raccogliere le opinioni dei giovani circa la propria esperienza scolastica e verso il futuro, mettendo in luce le principali tendenze relative a un momento di transizione particolarmente importante, come quello di chi, finita la scuola, si rivolge al mondo accademico e del lavoro. All’indomani del diploma, per tanti studenti e studentesse l’università risulta essere la strada da seguire. Oltre il 70% dichiara, infatti, di voler proseguire gli studi, e di questi, il 59% vuole dedicarsi solo a questa attività, mentre la parte restante vorrebbe conciliare studio e lavoro. Al polo opposto, c’è un 10% che intende solo lavorare, mentre un 15% si dichiara incerto su cosa fare, dato in leggero calo rispetto al 2022 (16,2%, secondo il Rapporto Profilo dei Diplomati 2022 – AlmaDiploma).

Le statistiche attuali confermano una tendenza che si registra ormai da anni: chi proviene da un liceo è più propenso verso un percorso accademico. Nel 2023 il 76,1% dei liceali dichiara di voler solo studiare (77,1% nel 2022; 79% nel 2019, periodo pre-Covid). Nei tecnici il 42% dichiara di voler studiare (43,2% nel 2022; 43,6% nel 2019), resta più o meno stabile il numero di chi vuole solo lavorare, ossia il 18,5% (17,7% nel 2022; 19,5% nel 2019). Nei professionali, a voler proseguire con gli studi è il 27,3% (28% nel 2022; 25,8% nel 2019) e a voler lavorare il 24,9%, percentuale in calo rispetto al periodo precedente alla pandemia (24,5% nel 2022; 29% nel 2019). Fattori quali background socioculturali, rendimento scolastico, svolgimento di attività extrascolastiche e lavorative sono senza dubbio influenti nella scelta verso l’uno o l’altro percorso. Guardiamo alle motivazioni legate alla scelta del lavoro o dello studio. La fetta di popolazione che ha intenzione di dedicarsi al lavoro (70,6% dei diplomati) si divide in chi vuole farlo in modo continuativo a tempo pieno (26,1%) e chi pensa a un lavoro occasionale o a tempo parziale (44,5%). Per chi si dedicherà al lavoro, alcuni fattori hanno ovviamente più peso di altri: il più importante è la possibilità di guadagno (67,8%), seguito dall’acquisizione di professionalità e dalla stabilità/sicurezza del posto di lavoro, meno rilevanti sono le opportunità di contatti con l’estero (38,7%) e la coerenza con gli studi (30,5%). Tra gli aspetti analizzati, vi è anche la mobilità. Non tutti sono disposti a cambiare la propria residenza per lavoro: solo un 30,1% dei diplomati interessati al lavoro a tempo pieno si dice disponibile a spostarsi e cambiare residenza.

Chi vuole proseguire gli studi dà un peso maggiore agli interessi professionali e culturali, con qualche differenza connessa alla provenienza scolastica. Per tutti l’università è il percorso necessario per poter svolgere il lavoro di proprio interesse, ed è quindi questa la prima ragione. I liceali e i diplomati professionali guardano, in secondo luogo, alla possibilità di approfondire i propri interessi culturali e poi alle possibilità di guadagno. Per i diplomati tecnici la tendenza è invertita: troviamo al secondo posto le possibilità di un lavoro ben retribuito e al terzo l’approfondimento degli interessi culturali. Nel complesso, le ragazze sono più determinate a proseguire con lo studio rispetto ai maschi (rispettivamente 67,5% e 51%).

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