02.12.2024
L’Olandese non molla nemmeno le briciole. Il Monegasco lo affianca sfruttando gli errori di tutti, anche quelli del direttore di gara che penalizza Norris. Cavallino a -21 punti dall’impresa, nonostante il tracciato Losail con delle caratteristiche sfavorevoli alle Rosse e perfette per la McLaren. Sainz ingabbiato. La cronaca.
Per la prima volta dal 2008 la Ferrari torna a giocarsi un mondiale costruttori all’ultimo appuntamento iridato della stagione di F1. Succederà domenica prossima ad Abu Dhabi, atto conclusivo di un 2024 che da un lato ha senza dubbio riconciliato l’amore dei fan italiani e mondiali verso una disciplina cannibalizzata nel precedente anno e mezzo da Max Verstappen, da un altro ha restituito certezze tecniche a una Ferrari che ha spesso brillato, da un altro ancora ha fatto capire agli appassionati che oggi nel motorsport possono essere determinanti errori umani e concentrazione. Aspetto, quest’ultimo, che ha permesso a Charles Leclerc di confezionare un vero e proprio capolavoro al GP del Qatar.
Sul circuito di Losail sembrava remare letteralmente tutto contro la Ferrari, causa un tracciato dalle caratteristiche sulla carta sfavorevoli alle Rosse e al contrario perfette per la McLaren (si pensi alla Sprint Race, dominata e regalata da Norris a Piastri sul traguardo). Invece proprio Leclerc raccoglie il massimo possibile: uno straordinario secondo posto alle spalle di un Verstappen tornato ingiocabile per tutti dopo la conferma da campione del mondo. Tante le chiavi dell’impresa del monegasco, costretto peraltro a correre una gara eterna e torrida interamente senza dissetarsi per un disservizio sulla sua Ferrari. Ma la più importante riguarda l’avversario diretto Lando Norris, pesantemente penalizzato per una leggerezza sua e un’inedita inclemenza della direzione gara.
Il GP del Qatar, dopo una Sprint Race senza sussulti, si rivela una montagna russa di emozioni ed errori sin dal via: incidenti, escursioni nella sabbia e problemi alle monoposto provocano diverse interruzioni con ingresso della Safety Car. Decisivo è però un episodio sottovalutato dai commissari: uno specchietto che si stacca dalla Williams di Albon e resta a centro pista. Viene esposta una bandiera gialla, ma nessuno rimuove il pezzo incriminato: Bottas lo centra in pieno e semina detriti che provocano una foratura a Sainz e a un Hamilton mai così sfortunato (l’elenco delle sue disavventure in meno di due ore meriterebbe un capitolo a parte). Ma il guaio vero lo compie Norris, da inizio gara secondo e negli scarichi di Verstappen pronto a sferrare l’attacco.
L’eventuale duello però non arriva, perché la sua McLaren non rallenta davanti alla bandiera gialla subendo una penalità pesantissima e d’altri tempi: Stop & Go di 10 secondi. Norris finisce fuori dai punti e alle fine ne conquista con le unghie appena un paio (uno per il decimo posto, l’altro per il giro veloce). Leclerc, sornione, si ritrova secondo sfruttando le noie altrui: la sfortuna di Piastri, ai box appena prima dell’ingresso della Safety Car, e la strategia al pit stop completamente sbagliata per Russell. Entrambi chiudono alle spalle di una Ferrari complessivamente più lenta.
In tutto questo la Ferrari sale a -21 punti dalla McLaren e Leclerc a -8 da Norris, secondo nel mondiale. Manca ancora una gara, in cui altre sorprese potrebbero arrivare. E dicembre potrebbe ulteriormente dipingersi di rosso.
Credito fotografico: Red Bull Content Pool