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Scienza e tecnologia

Vision Pro, Apple senza peccati?

23.01.2024

Tra qualche giorno uscirà in America “Vision Pro”, il promettente nuovo visore di realtà mista della Mela. In un momento globale come questo, puntare tutto sulle “mani nel vuoto” è la scelta ideale?

Apple non sbaglia mai. La narrazione è questa dai tempi di Steve Jobs, nonostante anche lui qualche topica l’avesse pur presa. Ma fallire, per le Big Tech, è un apostrofo rosa in mezzo a tante parole di successo, e da Cupertino il mito dell’incrollabile certezza si è ormai propagato in tutti questi anni del calendario del Dopo iPhone, quello che ci ha cambiato le abitudini.

Apple non sbaglia mai, o quasi. Ma se questa volta davvero non fosse sulla strada giusta? Tra qualche giorno, il 2 febbraio, in America farà l’esordio negli store Vision Pro, ovvero il visore di realtà mista che dovrebbe diventare l’ultima meraviglia della Mela. Un punto interrogativo fin dalla sua presentazione nello scorso giugno, che non è stato cancellato dai primi approcci sulla testa degli sviluppatori che hanno avuto modo di testarlo. E in un momento in cui il mercato globale degli smartphone segna grande fatica, puntare tutto su un dispositivo del genere potrebbe essere un rischio non del tutto calcolato.

Intanto: Vision Pro costa 3490 dollari, e già questo basterebbe a metterlo in un mercato di nicchia. Ma soprattutto ancora non risponde alla domanda rimasta nell’aria fino ad oggi: perché comprarlo? Apple ha voluto dare con questo prodotto la sua soluzione del metaverso, argomento che il mondo dell’innovazione sembra aver dimenticato davanti all’avanzare dell’intelligenza artificiale. Il mix tra realtà aumentata e virtuale dovrebbe diventare insomma di uso comune, con un dispositivo ancora perfettibile (e qui il prezzo non si giustifica) ma che vorrebbe essere meglio dei visori fin qui in circolazione. Eppure, ai primi test, il traguardo sembra ancora lontano: chi l’ha provato lo ha giudicato più pesante di quello che ci si aspettasse. E poi proprio il mondo degli sviluppatori, già nervoso per la «tassa» richiesta sui ricavi dall’App Store, non sta considerando il dispositivo.

Infatti, l’arrivo della Next Big Thing sta trovando importanti resistenze: Netflix, YouTube e Spotify hanno già comunicato che non lanceranno software VisionOS o non permetteranno alle loro app per iPad di funzionare sul dispositivo, ed anche Google e Meta sono sul punto di annunciare la loro rinuncia. Inoltre, il milione circa di applicazioni già presenti non sono altro, in larghissima parte, che la replica di quelle prodotte appunto per il tablet, visto che chi fabbrica app ritiene che il nuovo store ad hoc per Vision Pro non sia remunerativo, cosi come negli ultimi anni è successo anche per quelli del Watch, della Tv e di iMessage. E dunque: inutile investire denaro per costringere gli utenti a utilizzare occhi e mani nel vuoto, quando la stessa cosa si può fare sullo schermo touch.
E allora: Apple non sbaglia mai? È possibile, da Cupertino possiamo sempre aspettarci sorprese. Ma intorno a Vision Pro l’aria non è quella di magia. Tanto che lo sviluppatore indipendente Aaron Vegh, scrive sul suo blog con un po’ di perfidia: «Posso dirlo ad alta voce? Come sarebbe bello se fallisse…».

 

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