5 Ottobre 2025
/ 1.10.2025

Vuoi salvare il pianeta? Cambia look all’orso di peluche

Giocattoli più somiglianti ai veri animali per aiutare i bambini a sviluppare il senso di protezione per il pianeta

Un compagno fedele nelle notti buie e tempestose di tutti i bambini. Custode delle paure e indomito guerriero contro fantasmi e mostri. Non c’è ragazzino che non si sia affidato al suo orsetto di peluche per passare indenne gli incubi che popolano le camerette da letto quando cala il buio. E per questo tutti noi saremo sempre grati ai nostri Teddy bear &Co. Ma i motivi della riconoscenza potrebbero aumentare. 

Perché? Per il “ruolo fondamentale nella costruzione della nostra prima concezione di natura, plasmando il modo in cui per tutta la vita interagiremo con l’ambiente”. Non poco visto che c’è sempre un buon motivo per schierarsi dalla parte del nostro pianeta. Ma per diventare un bravo maestro green, il peluche dell’infanzia deve cambiare look e vestire panni più credibili: in buona sostanza, diventare meno teddy e più bear. Un imprinting efficace per tutti i bimbi, se l’orso ha davvero le sembianze dell’orso. Ad avanzare la teoria è uno studio scientifico pubblicato su BioScience, la rivista ufficiale dell’American Institute of Biological Sciences. 

Il primo legame emotivo con la natura

Insomma, dietro il rinnovamento dell’immagine dell’icona infantile, non c’è una teoria fricchettona o l’esperimento di pedagoghi rivoluzionari ma un gruppo di ricercatori in camice bianco. Gli orsi di peluche “raramente sono stati oggetto di un esame approfondito”, ricorda Nicolas Mouquet del Centre national de la recherche scientifique (Cnrs) francese che, assieme ai suoi colleghi, ha deciso di prendere di petto la faccenda. “Per molti occidentali il primo legame intimo ed emotivo con la natura potrebbe non derivare da una passeggiata nei boschi ma dalla precoce esposizione a rappresentazioni della natura stessa attraverso libri illustrati, giocattoli o animali di peluche”, spiegano gli autori dello studio, convinti che “legami emotivi come questi possono durare per tutta la vita”. 

Ma il giocattolo è davvero all’altezza di un compito così sofisticato? “Se l’orso che conforta un bambino non assomiglia per niente a un orso vero, il ponte emotivo che costruisce potrebbe allontanarlo dalla vera biodiversità, anziché avvicinarlo”, avvertono i ricercatori. 

Colore e forme, analizziamo i peluche…

E giù con gli esami, dunque. Il team di ricercatori ha fatto analisi morfometriche e colorimetriche su 436 orsacchiotti di peluche. Cosa è emerso? “Gli orsi veri formano un gruppo ben definito, chiaramente distinto dai peluche”, è l’ovvia riflessione degli scienziati. Persino il panda gigante però, le cui sembianze naturali più si avvicinano alle fattezze tipiche dell’orso di peluche, “si discosta sostanzialmente” dalle caratteristiche che rendono gli orsacchiotti giocattolo emotivamente attraenti. Un gap che secondo gli autori del lavoro “solleva importanti questioni”, in grado di fare la differenza per i destini del pianeta: “quanto più l’orsacchiotto di peluche si discosta dalla sua controparte biologica, tanto maggiore è il rischio che i bambini crescano con rappresentazioni mentali distorte o incomplete di animali ed ecosistemi”, ammoniscono gli esperti. 

L’équipe del Cnrs suggerisce dunque che “diversificare la ‘palette’ dei peluche per includere forme ecologicamente fondate, specie con morfologie e colorazioni più accurate, potrebbe aiutare a ripristinare un certo allineamento tra connessione emotiva e realtà biologica”.
In conclusione, l’orso di pezza potrà forse sembrare un canale insolito per migliorare il rapporto dell’umanità con la natura, ma secondo i ricercatori può rappresentare un’opportunità reale: “Comprendendo e sfruttando le caratteristiche che rendono gli orsacchiotti di peluche potenti strumenti emotivi, possiamo migliorare non solo il benessere individuale, ma anche la cura collettiva del pianeta”. In fondo, l’obiettivo è talmente alto che vale la pena tentare.

Se tutto questo non avesse convinto, ci viene in aiuto la storia. Quale? Ma quella di Teddy bear, ovviamente, l’orso di peluche più famoso. Tutto inizia nel 1902. Il presidente americano Theodore “Teddy” Roosevelt che è a caccia con amici, si rifiuta di sparare a un orso bruno e gli salva la vita. L’episodio viene raffigurato in un fumetto satirico e diventa di dominio pubblico. È allora che il negoziante Morris Michtom crea e commercializza un orsacchiotto di pezza che decide di chiamare “Teddy’s Bear”. Il resto della storia la conosciamo tutti e ci dimostra che in fondo un eco-destino era già scritto.

CONDIVIDI

Continua a leggere