29 Gennaio 2025
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Cultura, Spettacolo

Walter agli occhi di Masha, il funambolo della vita

25.01.2025

Walter Chiari e la sua giovane amica di allora, Masha Sirago (l'ultima ad averlo visto prima della morte).

“Ve lo racconto io Walter Chiari”. È così che l’attrice rivela i passi della sua amicizia con Walter e di quella vita vissuta a tutta velocità, con prodigiose ascese e rovinose cadute. Il suo talento istrionico ed anarcoide ha esaltato il dominio assoluto del linguaggio, dunque della parola in equilibrio tra cultura “bassa” e “alta”.

Stavolta Audrey Hepburn non c’entra. Facciamo “Colazione con Tiffany”, la cagnolina maltese protagonista delle vicende d’un“libro parlato in silenzio” di straripante ironia ed humour, grazie all’inventiva pirotecnica dell’autrice, una seducente Masha Sirago. Le sue opere d’arte formato francobollo (con tanto di annullo), gli aforismi fotografici, le piccole sculture ispirate al rapporto ancestrale cane-padrone, illuminano il percorso accidentato (e poetico) sulla caducità dell’essere umano, pregi e difetti compresi, trasformando l’Animal Academicum (Giacomo Marramao, il filosofo), in una “scienziata sociale che guarda il mondo con l‘ironico disincanto di cui non sono capaci gli umani” (Piero Ostellino). E prorompe, impetuoso, il mondo interiore di questa attrice, scultrice, trasformista in cabaret, frequentatrice di centri culturali e convegni, innamorata di J. Maritain, capace pure di gettare una torta in faccia a Pippo Baudo (“Gran premio”, tv, 1990). Ecco, l’artista arguta che rispondeva “Non chiedermi perché sto sempre in cucina” (di Luciano Capponi), sommersa da proposte bizzarre e testi indecenti (mix a scelta). Poi, davanti ad una cioccolata calda, gli occhi s’illuminano, e la panna montata diventa la glassa di ricordi struggenti legati ad un grande come Walter Chiari.

La “Masha desnuda”, tra Paperino e Shakespeare che animano un suo testo teatrale scrivendo alla donna come musa ispiratrice, si apre a pensieri che fluiscono leggeri e approdano al monologo (2022) “Ve lo racconto io Walter Chiari”. «Dal fondo di una platea vide una ragazzina (io) che stava giocando a interpretare donne famose (Liza Minelli, Tina Turner, Marylin Monroe), spettacolarizzando atteggiamenti e look. Tutti quegli applausi, ma chi è? chiese incuriosito». Volle conoscerla e la telefonata arrivò: “Pronto, sono Walter Chiari”. Dall’invito a seguire la prima di un film, alla proposta di fare degli spettacoli: «Mi portò con sé al Teatro Alfieri di Torino ed in altri luoghi, divertendosi a chiamarmi “Masha o raddoppia?”. Intrattenitore: canta, balla recita e coinvolge il pubblico col suo savoir faire teatrale e fanciullesco, veicolato da dialetto, non-sense, raffinatezze sulla zattera di quella parola fluviale che lo fa diventare volto televisivo amato nella memoria collettiva, dai Caroselli ai varietà della Rai anni ’60, in compagnia di Mina, Panelli. Con, a far da apripista, lui balbuziente nei fratelli De Rege, e lo sketch satirico Sarchiapone (con Carlo Campanini) dell’italiano per cui è inaccettabile non sapere qualcosa. Un ragazzo solare ed espansivo come i pugliesi, matto ed esagerato come i veneti, generoso al pari dei milanesi, appassionato di boxe (sul ring di una vita avventurosa ricca anche di ombre), e dell’amato teatro, da “Buonanotte Bettina” di Garinei e Giovannini alla “Strana Coppia” di Simon con Renato Rascel, a “Il critico” di  Sheridan,  “Hai mai provato nell’acqua calda?” con Ivana Monti (chi scrive, spettatore degli ultimi due). Il primo divo internazionale (110 film), con le tenerezze d’un padre indotto a costruire per il figlio un mondo di fantasia ne “Il giovedì” di Dino Risi, o le millanterie di “Falstaff”, insieme ad Orson Welles e John Gielgud, con quel suo inglese fluente. Esuberante e affascinante, ispiratore della dolce vita felliniana, impertinente rubacuori inseguito da donne bellissime come Ava Gardner. Masha, sospira: «Amico di tutti. Generoso. Era unico: genio e sregolatezza, avanti anni luce nella comprensione della vita e del cuore delle persone. Capace di restare al suo posto davanti a un diniego, e di alternare tratti giocosi a schegge di tristezza e vulnerabilità”. Poi, dopo tanti scambi d’idee e confidenze, e momenti passati a leggergli passi di libri, ecco, l’ultimo incontro, a pranzo, poche ore prima dell’inattesa scomparsa (1991). Ora, riappare “quel volto intelligente dal ciuffo ribelle”. Con uno scritto. “E’ un biglietto qualsiasi. Ma può contenere, oltre a una frase – anche un racconto – una favola, una storia anche vera e profonda, o grande, ci stai anche tu se vuoi. Walter”. Sul retro, una sorpresa pudica. Masha, sorride.

Credito fotografico: foto fornita da Masha Sirago.

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