12 Novembre 2025
/ 12.11.2025

World Energy Outlook 2025: siamo entrati nell’Era dell’Elettricità

Nel 2025 gli investimenti globali in data center sono stimati in 580 miliardi di dollari, una cifra che supera i 540 miliardi destinati all’approvvigionamento petrolifero

Il nuovo World Energy Outlook dell’International Energy Agency mette l’energia al centro della sicurezza economica e nazionale. Il quadro che emerge è duplice: da un lato l’offerta di petrolio e gas nel breve periodo è ampia, con un’ondata di nuovi progetti Gnl pronta ad allentare le tensioni; dall’altro i rischi si moltiplicano, perché oggi le vulnerabilità riguardano l’intero sistema, dalle reti elettriche alle catene dei minerali critici. In questo contesto la ricetta è chiara: diversificare fonti e fornitori e cooperare di più tra Paesi per reggere l’urto di shock geopolitici, volatilità dei prezzi e impatti climatici sempre più frequenti.

L’Iea sottolinea che la domanda di servizi energetici continuerà a crescere per mobilità, riscaldamento e raffrescamento, usi domestici e industriali, ma soprattutto per i data center e l’intelligenza artificiale. È qui che si vede la discontinuità: siamo entrati nell’“Età dell’Elettricità”: in tutti gli scenari del Weo 2025 l’elettricità corre più veloce del consumo energetico complessivo. Nel 2025 gli investimenti globali in data center sono stimati a 580 miliardi di dollari, una cifra che supera i 540 miliardi destinati all’approvvigionamento petrolifero: un segnale plastico di come stiano cambiando le priorità economiche e le infrastrutture che servono a reggerle. Ma la rete non è pronta: gli investimenti nella generazione elettrica sono aumentati di quasi il 70% dal 2015, mentre quelli nelle reti avanzano a un ritmo molto inferiore (meno della metà). Colmare questo divario, aumentare la capacità di immagazzinamento dell’energia e rendere più flessibile il sistema sono le nuove priorità.

Le economie emergenti

Il testimone della crescita dei consumi energetici passa progressivamente dalla Cina a un gruppo di economie emergenti guidate da India e Sud-Est asiatico, affiancate da Medio Oriente, Africa e America Latina. Nessuno replicherà l’ascesa energivora cinese dell’ultimo quindicennio, ma la nuova geografia della domanda sposterà gli equilibri dei mercati e, soprattutto, richiederà una mappa diversa delle infrastrutture, con l’80% della crescita dei consumi al 2035 previsto in aree con alta irradianza solare. E infatti le rinnovabili restano le tecnologie in più rapida espansione in ogni scenario, spinte dal fotovoltaico.

Il punto debole del nuovo sistema sta nelle filiere dei materiali. Un solo Paese domina la raffinazione di 19 minerali strategici – indispensabili per reti, batterie, veicoli elettrici e una lunga lista di tecnologie strategiche –su 20 con una quota media intorno al 70%: significa che un intoppo commerciale o politico può riverberarsi a catena su elettrificazione, digitale e difesa. L’Iea avverte che invertire questa concentrazione sarà un processo lento se non intervengono politiche mirate a diversificare forniture e ad accelerare nuovi progetti lungo tutta la catena del valore.

Siamo in ritardo sugli obiettivi climatici

Il Weo 2025 ribadisce che i suoi scenari non sono previsioni: servono a valutare come scelte diverse su politiche, investimenti e tecnologie producano un impatto importante su sicurezza, accessibilità ed emissioni. Dentro questo ventaglio c’è una costante scomoda: siamo in ritardo sia sull’accesso universale all’energia sia sugli obiettivi climatici. Oggi 730 milioni di persone non hanno ancora elettricità e quasi 2 miliardi cucinano con metodi nocivi per la salute. L’Iea presenta una traiettoria Paese per Paese che porta all’accesso universale elettrico entro il 2035 e alla cucina pulita entro il 2040, con un ruolo rilevante del Gpl nella fase di transizione. Sul clima, tutte le traiettorie superano nell’immediato 1,5 °C, ma nello scenario di neutralità al 2050 la temperatura può tornare sotto quella soglia nel lungo termine: il che non assolve nessuno, ma indica che lo spazio per un’azione positiva non è chiuso.

Infine, la resilienza. Nel 2023 interruzioni alle infrastrutture energetiche hanno colpito oltre 200 milioni di famiglie nel mondo, con linee di trasmissione e distribuzione responsabili dell’85% dei problemi. Se l’Età dell’Elettricità è già qui, la priorità diventa mettere in sicurezza le dorsali che la reggono, accelerando procedure autorizzative, capacità di intervento e standard di cyber-protezione. È il terreno su cui cooperazione internazionale e diversificazione non sono slogan, ma assicurazione collettiva contro il rischio sistemico che la mancanza di energia – oggi più che mai – rappresenta.

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