10 Novembre 2025
/ 10.11.2025

Un tifone avverte i negazionisti: il rischio cresce

Il super tifone Fung-wong ha colpito le Filippine con venti fino a 275 km/h: ci sono oltre un milione di evacuati e almeno quattro morti. Negli ultimi due decenni, il numero di super-tifoni che raggiungono l’arcipelago è più che raddoppiato

L’acqua si è ritirata, ma non il rumore della tempesta. Sull’isola di Luzon, nelle Filippine, molti si sono svegliati lunedì con l’eco del metallo piegato e delle lamiere che battevano sulle case. “Non riuscivamo a dormire a causa del vento”, ha raccontato Romeo Mariano all’agenzia Reuters, dopo una notte trascorsa con la nonna in una casa di fortuna nella provincia di Isabela. È una delle tante voci che testimoniano il passaggio di Fung-wong, il super tifone che ha attraversato l’arcipelago lasciando dietro di sé almeno quattro morti, più di un milione di sfollati e una scia di fango.

Secondo il National Disaster Risk Reduction and Management Council (Ndrrmc), più di 1,4 milioni di persone sono state evacuate in tutto il Paese, mentre 6.000 centri di accoglienza hanno ospitato 92.000 famiglie.

A Pandan, nella provincia di Catanduanes, l’acqua ha raggiunto i tetti delle case. “Abbiamo salvato 14 persone rimaste intrappolate sul tetto”, ha raccontato Roberto Monterola, responsabile locale della protezione civile, all’agenzia Associated Press.

Una tregua instabile

Quando Fung-wong ha toccato terra, i venti hanno toccato i 185 chilometri orari, con raffiche fino a 275. Poi la tempesta si è indebolita, ma resta un tifone. Le province di Aurora, Isabela e Nueva Vizcaya sono state tra le più colpite da frane e allagamenti. A Kayapa, due bambini sono morti sepolti da una colata di fango.

Il servizio meteorologico nazionale (Pagasa) ha ribattezzato la tempesta con il nome locale Uwan e, nel suo bollettino di lunedì, ha avvertito che, pur dirigendosi verso Taiwan, potrebbe tornare a colpire le Filippine.

Anche la capitale Manila e le aree urbane circostanti hanno vissuto ore di pioggia intensa e venti molto forti: oltre 42.000 persone sono state evacuate a Quezon City, Caloocan, Valenzuela e Malabon. Diversi voli sono stati cancellati a causa del maltempo, mentre molte strade di servizio sono rimaste chiuse per caduta di alberi e cartelloni pubblicitari.

Sierra Madre, il muro invisibile

Il cacciatore di tempeste Josh Morgerman ha sottolineato su X che la catena montuosa della Sierra Madre ha attenuato l’impatto del tifone sulla costa orientale di Luzon. “La Sierra Madre è il miglior scudo naturale dell’isola”, ha scritto, ricordando come la barriera montuosa agisca da scudo contro i tifoni provenienti dal Pacifico. Ma il sollievo è temporaneo: in un Paese che affronta in media venti tempeste l’anno, la normalità è diventata una pausa fra due emergenze.

L’anno dei venti doppi

Fung-wong è la ventunesima tempesta del 2025, subito dopo il devastante Kalmaegi, che ha provocato almeno 224 vittime e gravi danni alle infrastrutture. La Banca Mondiale stima che i tifoni causino ogni anno alle Filippine perdite per circa 3,5 milioni di dollari.

Non si può legare meccanicamente un singolo episodio meteo estremo alla crisi climatica. Ma negli ultimi due decenni, il numero di super-tifoni che raggiungono l’arcipelago è più che raddoppiato. L’aumento della temperatura superficiale del mare e l’aria più calda e umida, effetti della crisi climatica, stanno trasformando le tempeste tropicali in cicloni più violenti e difficili da prevedere.

Ricostruire dove?

Dopo il passaggio di Fung-wong, il presidente Ferdinand Marcos Jr. ha esteso lo stato di emergenza già dichiarato dopo Kalmaegi. Ma nelle Filippine l’emergenza è una condizione permanente. Le comunità costiere ricostruiscono le infrastrutture di base in tempi sempre più brevi, spesso negli stessi luoghi a rischio, mentre il mare continua a salire. In un Paese tropicale dove le stagioni non separano più la calma dal caos, il problema non è solo prevedere la prossima tempesta, ma dove sarà possibile vivere quando arriverà la prossima.

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