Molte amministrazioni hanno deciso di dire addio ai contenitori su strada e puntare sul sistema porta a porta. Oltre il 65% dei Comuni italiani (5.496 amministrazioni) oggi raccolgono i rifiuti a domicilio. Ma qual è il modello di gestione più efficiente? Per la prima volta, a Ecomondo 2025, uno studio comparato realizzato da Ars Ambiente e presentato da Dna Ambiente ha risposto in modo chiaro, confrontando i principali modelli adottati in Italia. In particolar modo il porta a porta e i cassonetti ad accesso controllato.
Entrambi i sistemi raggiungono buoni livelli di raccolta differenziata (in media il 73%), ma il porta a porta è più conveniente, più stabile nei costi e più maturo a livello gestionale.
Un indicatore nuovo per capire dove si spende meglio
La vera innovazione dello studio è un indicatore inedito: il costo operativo per punto percentuale di raccolta differenziata. Un modo semplice per confrontare modelli diversi con una metrica oggettiva e facilmente replicabile.
Secondo questo criterio, il porta a porta costa in media 1,60 euro per abitante, contro i 2,15 euro dei cassonetti ad accesso controllato. Un risparmio di oltre il 25%. Ma non è tutto: nei Comuni dove è presente anche la tariffazione puntuale, il costo scende ancora: 1,24 euro per il porta a porta contro 1,42 euro per lo stradale. In altre parole: più si personalizza, più si risparmia.
La tecnologia fa la differenza
“La differenza principale”, spiega Michele Giavini di Ars Ambiente, autore dello studio, “non sta solo nel sistema di raccolta, ma nel livello di ottimizzazione raggiunto. Il porta a porta è un modello più maturo, con processi consolidati e costi omogenei in migliaia di Comuni. Il sistema stradale, invece, ha ancora forti variabilità”.
Ma nessun sistema funziona davvero se non è sostenuto da un’infrastruttura digitale solida e integrata. È qui che l’esperienza di Dna Ambiente ha giocato un ruolo chiave anche per lo studio: offrendo un vero e proprio ecosistema tecnologico nativamente digitale, dà la possibilità alle amministrazioni locali di semplificare la gestione dei rifiuti e ottimizzare ogni fase della filiera.
L’innovazione passa anche dai servizi pensati per le persone: dalle app che permettono di accedere con facilità a tutte le informazioni e funzionalità ambientali del proprio Comune, fino ai software in cloud che supportano l’intera progettazione operativa e gestionale del servizio. Un’infrastruttura digitale ben connessa consente di avere dati certi, tracciabilità in tempo reale, capacità di intervento mirata e dialogo trasparente tra cittadini, gestori e amministrazioni.
Fondamentale poi il ricorso sempre più diffuso all’intelligenza artificiale, alleata digitale allenata ad hoc, che permette di pianificare in modo efficiente i percorsi di raccolta, ridurre le emissioni collegate al servizio, elaborare scenari evolutivi e adeguarsi con maggiore rapidità alle nuove normative ambientali.
Tutto questo porta a un modello maturo, ottimizzato e scalabile, in cui la raccolta dei rifiuti non è più solo un obbligo, ma uno strumento di sostenibilità e di risparmio reale per i Comuni e quindi anche per i cittadini.
