12.08.2023
No, non stavano scherzando, l’incontro “epico” tra il visionario 52enne Musk e il 39enne genio incompreso Zuckerberg si farà davvero. Roba da miliardari annoiati? Per il ministro Sangiuliano «sarà un’ottima pubblicità per il nostro patrimonio culturale».
Diciamo che ci sono 200 milioni di motivi, tranne uno, perché questo giochino tra bambini cresciuto debba andare in scena proprio qui. Musk contro Zuckerberg a mani nude, almeno dovrebbe portare un sacco di soldi a due ospedali pediatrici italiani, il che sembrerebbe un bel gesto se non fosse che quel denaro, per i due big della tecnologia, sono quasi briciole. Ma tant’è, e se perfino il ministro della Cultura Sangiuliano si dice entusiasta dell’iniziativa, significa che ormai l’Italia è diventata un palcoscenico perfetto per il divertimento altrui. E per il deprimersi nostro.
Insomma, forse non si farà a Roma, come dice il ministro (Musk, che voleva il Colosseo, lo sa?), ma dovunque venga organizzato questo incontro di MMA, la lotta che si fa dentro una gabbia di ferro, non si sa se ridere o se piangere. D’altronde tutto parte da una ripicca tra tycoon, visto che appena Elon si è preso Twitter per cancellare anima e nome (nonché migliaia di dipendenti), Mark ha pensato bene di fargli lo sgarbo lanciando Threads, il Twitter di Meta, che comunque – aldilà dell’entusiasmo iniziale – è già diventata una scatola vuota. Perché Zuckerberg, dopo aver praticamente inventato i social (non l’idea di Facebook, che non era sua), non è che ne ha azzeccate molte. Mentre Musk, che di cose invece ne ha azzeccate tante, si diverte poi a distruggerle.
Tutto è nato lì, roba da miliardari annoiati. E per questo – come tra due adolescenti – la cosa è andata avanti fino all’annuncio definitivo. Zuckerberg, tra l’altro, è anche un ottimo praticante di ju jitsu, ma la cosa non spaventa il suo avversario. Immaginate già la scena in diretta mondiale su Meta e su «X» (si è sempre Twitter, ma fate finta di niente) in uno scenario da Roma antica, che secondo il ministro Sangiuliano «sarà un’ottima pubblicità per il nostro patrimonio culturale». «Sarà una location epica» ha aggiunto il proprietario di Tesla e no, non stavano scherzando.
Mancano, a questo punto, luogo e data della sfida del secolo, sperando che questo secolo poi riservi di meglio. In un angolo il campione nato a Pretoria, 52 anni, soprannominato Visionario (ormai per definizione); dall’altra lo sfidante di White Plains, New York, 39 anni vissuti sempre da genio a volte incompreso. Magari l’arbitro lo farà proprio Sangiuliano, ma l’importante poi alla fine che questi benedetti soldi per i bambini malati arrivino davvero, che è l’unica cosa che conta.
Mentre l’unico motivo, quello principale per cui questo incontro non si dovrebbe fare, resta in ogni caso che ci stiamo coprendo di ridicolo. Chissà: poi magari non succederà nulla, perché in ogni caso lo scopo (farsi ulteriore pubblicità) è già stato raggiunto. Eppoi Musk, più o meno, l’ha già detto: «Ho questa grande mossa che chiamo The Walrus, cioè Il Tricheco: mi sdraio sopra il mio avversario e non faccio nulla». A quel punto, tanto, avremo già fatto tutto noi.