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Cronaca

Dopo cinghiali e gabbiani, quest’estate Roma invasa anche dai ratti

11.09.2023

Perché i ratti stanno trovando così tanto terreno fertile nella capitale? Ce ne sono circa 2,5 per ogni abitante della Capitale, e rischiano di trasmetterci fino a 40 patologie: a spiegare il motivo della loro massiccia presenza è la Società Italiana di Medicina Ambientale.

Nell’immaginario collettivo, se dobbiamo pensare a un tipo di animale che negli ultimi anni sta creando problemi alla città di Roma, probabilmente ce ne verrebbero in mente due: cinghiali e gabbiani. E invece ce n’è un altro che rappresenta una vera e propria piaga nella Capitale. Sia per la sua sterminata diffusione (i cui numeri fanno realmente spavento), sia per i rischi sanitari che la sua presenza comporta: stiamo parlando dei ratti.

L’estate romana è stata infatti caratterizzata dalla presenza massiccia dei ratti in ogni strada, con problemi per la popolazione e anche per il turismo. Federalberghi non si è fatta scrupoli nel parlare di “Pessima figura con il mondo intero”, dato che le segnalazioni della presenza degli animali da parte dei visitatori della Città Eterna sono state decisamente frequenti. E hanno riguardato anche zone centralissime, a partire dal Colosseo.

Del resto, stiamo parlando di una presenza di ratti che arriva addirittura alla cifra di 7 milioni di esemplari. E considerando che Roma ha circa due milioni e 500 mila cittadini, parliamo quindi di 2,5 ratti per ogni abitante. «Roma è ridotta a una discarica a cielo aperto con rifiuti di ogni genere, odore nauseante e topi che si inseguono in pieno centro storico», sono state le parole del consigliere comunale Davide Bordoni, citate da Rai News.

Ma perché i ratti stanno trovando così tanto terreno fertile proprio nella nostra Capitale? Una risposta arriva tramite una nota emessa dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). «Il caldo estremo che ha investito Roma incide non solo sulla presenza di insetti come zanzare e zecche, ma anche sulla proliferazione dei topi in città, con conseguenti pericoli igienico-sanitari per la popolazione», vi si legge.

Alessandro Miani, presidente della Sima, ha sottolineato che proprio l’aumento delle temperature (in particolare nei mesi invernali) ha impattato in maniera diretta sulla proliferazione dei roditori nelle aree urbane: «I topi non resistono alle basse temperature. Si moltiplicano, invece, in condizioni a loro favorevoli come il forte caldo. In più, lasciando i rifiuti sotto al sole di Roma, si accelera il loro processo di decomposizione. Questo induce i ratti a uscire allo scoperto, alla ricerca di cibo e acqua».
Il guaio è che, così facendo, i ratti hanno molte più occasioni di entrare a contatto con l’uomo. E le conseguenze possono essere gravi. «Le patologie che possono trasmetterci in maniera diretta o indiretta sono circa 40. Tra esse citiamo Leptospirosi, Peste, Salmonellosi, Tifo murino, Tularemia, Coriomeningite linfocitaria e Rabbia», ha concluso Miani.
Anche per questo motivo il Dipartimento Ambiente cittadino ha varato un massiccio intervento di derattizzazione insieme a Roma Capitale AMA. Si punta ad agire nei tombini stradali, a individuare le tane nelle aree verdi limitrofe al Parco Archeologico del Colosseo e a collocare le consuete trappole in tutta l’area comunale. Con la speranza che la minaccia cali per davvero, insieme magari alle temperature.

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