15 Gennaio 2025
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Memoria

L’Arma dei Carabinieri, simbolo di virtù da sempre al fianco dei civili

03.10.2023

Carabinieri italiani in alta uniforme si schierano mentre aspettano che Papa Francesco presieda la Messa di Pasqua in Piazza San Pietro.

«Bisogna imparare da quel sacrificio e da quella generosità a rinnovare oggi l’impegno nell’Arma, a servizio della società, del bene e della verità». Le parole pronunciate da Papa Francesco, tracciano la strada della beatificazione di Salvo d’Acquisto, simbolo dell’Arma che, da sempre al fianco dei più fragili, ha scritto le pagine più gloriose della storia nazionale rifuggendo dalla retorica dell’eroismo.

Si potrebbero adoperare le riflessioni di Gustavo Zagrebelsky, già giudice della Corte Costituzionale, per comprendere quanto la politica abbia bisogno di simboli e come questi cementino nazione e società, con quella capacità di proiezione in una dimensione “altra”, astratta e collettiva. Schivando, semmai, il limbo dell’adesione acritica (funzionale al consenso di massa, ma passiva), per privilegiare il simbolismo impersonato da un eroe come modello etico, crocevia di dialogo e confronto. Allora, l’eroismo, sfogliando le pagine della storia d’ottant’anni fa, non può che illuminare il gesto di un semplice vicebrigadiere dei carabinieri, Salvo D’Acquisto, facendo sì che un atto legato ad una barbarie potesse diventare gesto politico ed esempio.

Il 23 settembre del ’43, a Torre di Palidoro, non lontano da Roma, dove la campagna diventa striscia di mare, la morte di due paracadutisti tedeschi investiti dall’esplosione di una bomba a mano abbandonata con altre in una cassa di munizioni, innesca una feroce rappresaglia e 22 civili innocenti più un ragazzino, scelti a caso, vengono condotti sul luogo dell’esecuzione. Salvo, ventitreenne, si accusa e decide di salvare la vita dei condannati: sarà lui a morire, al posto loro. A fronte alta. Al ricordo, le parole, pochi giorni fa, di Papa Francesco, scuotono coscienze assopite e tracciano la strada della beatificazione: «Bisogna imparare da quel sacrificio e da quella generosità a rinnovare oggi l’impegno nell’Arma, a servizio della società, del bene e della verità».

Già, i Carabinieri, colonna portante della nostra storia, modello fulgido di sacrificio e dedizione, pronti ad intervenire dappertutto in caso di necessità, paladini dell’ordine e tutori della legge, con schiere di uomini e donne testimoni del passaggio ad una contemporaneità costellata di problematiche forse più complesse come criminalità organizzata e mafia, traffico di droga, pirateria informatica, tutela del patrimonio artistico; ma da Salvo D’Acquisto in poi, alla lezione del Generale Dalla Chiesa, determinati a rendere lucenti i valori di sempre e “gli alamari cuciti addosso”. Contro qualsiasi stucchevole retorica e critica malevola. Lo Stato sono loro, perché presidio di rispetto dei principi costituzionali e democratici. La caserma dei Carabinieri ad ogni angolo della nostra provincia o nei grandi agglomerati urbani, rappresenta un punto di riferimento e un approdo nel senso di sicurezza e legalità.

Oggi, come ieri, in quel periodo difficile, ma glorioso per l’Arma, dall’armistizio dell’8 settembre al 1945, tra caduta del fascismo, Repubblica di Salò e occupazione nazista, chiamata a rinsaldare tenuta militare e dovere di restare al fianco dei civili. Al culmine del caos generale, consci del vincolo di lealtà al Re e alla Patria, vollero partecipare alla Resistenza e alla Liberazione, e attraverso atti di puro eroismo, ma partecipi del vissuto quotidiano fatto di stenti e violenze per un conflitto senza sbocchi con una popolazione che s’era smarrita tra le macerie (anche morali), profusero le proprie virtù militari, ma principalmente umane. E, da Cefalonia alle Fosse Ardeatine, in migliaia persero la vita in difesa della fedeltà a valori inalienabili. Finita la guerra di Liberazione, i numeri dei Carabinieri caduti (2735), feriti (6521) e deportati in Austria e Germania (5000), con 723 ricompense individuali al Valor Militare, risuonano in modo squassante contro lo sciocchezzaio fatuo dell’oggi.

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