18.10.2023
Van Gogh intellettuale, non solo pittore del manicomio e della pazzia suicida
40 opere dal museo olandese Kröller-Müller di Otterlo al MUDEC di Milano per ribaltare la prospettiva dello stereotipo-Van Gogh e presentando un artista meno outsider.
Comprendere la complessità della sua personalità, al di là dei più abusati luoghi comuni, è importante e doveroso mettere a fuoco non solo la sua poetica e la sua tecnica pittorica, ma anche la ricchezza e la profondità degli interessi culturali che sono alla base della sua visione della vita e dell’arte.
“Vincent van Gogh. Pittore colto”, ci mostra un Van Gogh inedito, intellettualmente stimolato dal dibattito culturale di fine Ottocento sui temi sociali, fervido lettore e curioso conoscitore del contesto non solo storico-artistico, ma anche letterario del suo tempo, aggiornatissimo sulle novità della pittura contemporanea francese e della grafica giapponese, di cui fu appassionato collezionista.
Van Gogh il maestro dei girasoli, il pittore del manicomio e della pazzia suicida, il solitario artista immerso nella campagna, l’autodidatta senza molti appigli culturali. Per comprendere la complessità della sua personalità, al di là dei più abusati luoghi comuni, è importante e doveroso mettere a fuoco non solo la sua poetica e la sua tecnica pittorica, ma anche la ricchezza e la profondità degli interessi culturali che sono alla base della sua visione della vita e dell’arte. Questa mostra, che il MUDEC di Milano presenta sino al 28 gennaio 2024, ribalta la prospettiva dello stereotipo-Van Gogh e presenta un artista meno outsider, in una sua lettera scrive: “I libri la realtà e l’arte sono una cosa sola per me”.
Un nuovo punto di vista che getta una luce diversa sulla vita di Vincent Van Gogh, autore di solito conosciuto per le peculiari vicissitudini esistenziali e familiari, che ne hanno tramandato il mito di artista maledetto, che vive la sua breve vita tormentato da enormi angosce e disagi, al punto di concluderla tragicamente suicidandosi. Dal museo olandese Kröller-Müller di Otterlo, provengono circa 40 delle opere esposte, tra cui straordinari capolavori come gli studi di teste e figure per I mangiatori di patate, e i disegni di cucitrici e spigolatrici della fase olandese e un magnifico autoritratto.
Il percorso della mostra, sia cronologico che tematico, propone una inedita lettura delle opere di Van Gogh che mette in particolare evidenza il rapporto fra la visione pittorica e la profondità della dimensione culturale dell’artista, da un lato l’interesse per i libri e la letteratura, dall’altra il Japonisme (Giapponismo), cioè l’influenza dell’arte giapponese, qui testimoniata dall’amore per le stampe giapponesi. In mostra al MUDEC sono dunque presenti anche una quindicina di stampe giapponesi, e xilografie originali di maestri come Hiroshige e Shunsen, provenienti dal Museo Chiossone di Genova, che conserva la più importante collezione di stampe ukiyoe in Italia, e il famoso volume illustrato Cento vedute del Monte Fuji di Hokusai. Un terzo tema di essenziale importanza per la formazione artistica del pittore fu l’influenza che su di lui ebbe Jean-François Millet, grande maestro d’arte e di vita per Vincent. Infine, l’ultima sezione ci riporta all’internamento nell’ospedale di Saint-Rémy, dove Van Gogh continua incessantemente a dipingere opere materiche e informali, drammatiche e cariche del peso della vita, come Tronchi d’albero con edera, Pini nel giardino dell’ospedale, Tronchi d’albero nel verde, Pini al tramonto. Qui l’artista ritorna alle vecchie letture, tra cui Shakespeare, e alle biografie come quella di Rembrandt di Émile Michel.