17.01.2024
Dipenderà dal “trilogo”, ma non possiamo tornare a vecchie regole
Bruxelles, 17 gen. (askanews) – “Il voto di oggi del Parlamento europeo, che a larga maggioranza ha dato mandato ai relatori” per le trattative con il Consiglio Ue, “apre la fase conclusiva del negoziato per la riforma del Patto di stabilità. Quindi è un passo per noi molto importante, positivo”. Lo ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, in un incontro con i giornalisti a oggi a Strasburgo, dopo il voto dell’aula. Gentiloni è apparso ottimista sulla possibilità di raggiungere un accordo tra le due istituzioni co-legislative e la Commissione sulla riforma del Patto entro la metà di febbraio, in modo da poter concludere il processo prima della fine della legislatura europea, e applicare le nuove regole ai bilanci del 2025.
“E’ chiaro che nel negoziato che comincia già oggi pomeriggio tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue, la Commissione farà ogni sforzo per raggiungere un’intesa. Sarà necessario uno spirito di compromesso fra tutti. Abbiamo bisogno di un’intesa in poche settimane, se vogliamo dare rapidamente un quadro di regole per i bilanci dei nostri paesi che garantisca, in un momento molto difficile, con gravi incertezze anche geopolitiche, stabilità e investimenti, e crescita sostenibile. Quello di oggi è un passo molto positivo in questa direzione”, ha detto Gentiloni.
“Certamente la Commissione si augura che l’entrata in vigore sia la più rapida possibile. Ma sarà – ha continuato il commissario – una decisione che verrà presa dai governi. Oggi, dopo il voto del Parlamento europeo, quello che è fondamentale è trovare un’intesa finale tra governi e Parlamento, in modo tale che si abbia una base legislativa solida”.
“Basta dare un’occhiata alla cartina geografica e alle tensioni che ci sono”, per capire che “non è un momento in cui l’Europa possa permettersi o di tornare alle vecchie regole del Patto di stabilità, o di avere incertezza sul quadro regolatorio. C’è bisogno di una riforma, e di un’intesa rapida sulla riforma”, ha insistito Gentiloni.
Quanto ai tempi per l’entrata in vigore, il commissario ha osservato: “Si deciderà nelle prossime settimane se la riforma sarà già in applicazione per il bilancio del 2025. Ciò che è certo è che abbiamo bisogno di un compromesso. Vediamo che tra la posizione del Consiglio e quella del Parlamento ci sono differenze su un paio di aspetti sostanziali, e la Commissione sarà un intermediario onesto nel tentativo di raggiungere questo accordo”. Ma “dal punto di vista temporale l’accordo deve essere raggiunto entro la prima metà di febbraio, se vogliamo che questo processo legislativo si concluda in questa legislatura”.
Comunque, “vedo che c’è molto impegno da parte del Parlamento e del Consiglio per raggiungere questo obiettivo”, ha rilevato Gentiloni, aggiungendo che il fatto che il negoziato fra le istituzioni (“trilogo”) inizi già nell’ora successiva al voto di Strasburgo “è anche un segno che tutti sono consapevoli dell’urgenza di raggiungere un compromesso”.
“Dobbiamo sostanzialmente lavorare per un compromesso: sappiamo che l’accordo raggiunto dal Consiglio è diverso, sotto diversi aspetti, dalle proposte iniziali della Commissione; ma sappiamo anche che, nonostante questo, è un passo avanti notevole rispetto alle regole precedenti, a quelle che sono già rientrate in vigore dal primo gennaio”, ha concluso Gentiloni.