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Cronaca, Esteri, Speciali

Il prezzo della vittoria di Donald Trump

06.11.2024

I Paesi europei condividono un’alleanza con gli USA, spesso motivo di unità anche tra le frazioni politiche interne. Cosa significa il risultato che presto farà insediare un candidato noto per il suo scetticismo sul futuro dei rapporti con l’Europa? Considerazioni sul trionfo elettorale più costoso nella storia degli Stati Uniti d’America.

C’è la tendenza, ormai ricorrente alla scadenza di ogni quadriennio del mandato presidenziale americano, a considerare il risultato elettorale la vittoria dell’uno e la sconfitta dell’altro schieramento riconducibile alle rappresentanze politiche del proprio Paese. Niente di più sbagliato. L’alleanza con gli Stati Uniti, mai in discussione, ha portato nel corso degli ultimi tre decenni i governi italiani, di centrodestra e centrosinistra, a dialogare con l’inquilino di turno alla Casa Bianca, sia che fosse di espressione democratica che repubblicana. Il popolo americano ha esercitato il diritto di voto esprimendo la propria preferenza al programma politico di Trump, che ha saputo parlare alla pancia dell’elettorato, non più solo rurale e di cosiddetto ceto medio, facendo leva sulle preoccupazioni quotidiane, dall’economia domestica alla sicurezza, promettendo sgravi fiscali alle piccole e medie imprese, senza trascurare la visione strategica che punta – come recita il suo slogan – a rendere di nuovo grande l’America.

Avrà dalla sua parte Elon Musk, per farne il guru dell’innovazione tecnologica, delle nuove conquiste e della campagna per la riduzione di ogni tipo di spreco, anche energetico. Affiderà a Robert Kennedy jr (chi lo avrebbe mai detto, un Kennedy dall’altra parte della barricata) il compito di rimodellare la sanità, tanto eccellente quanto criticata per i costi ingenti e l’accessibilità alle cure. Avrà molto da lavorare, il tycoon, che sarà presidente effettivo dal prossimo 20 gennaio, perché le sue promesse rilanciate nella notte del successo elettorale, dalla fine dei conflitti alla difesa dell’economia con imposizione dei dazi che riguarderanno e non poco la Cina, avranno un costo per essere pienamente mantenute.

La reazione positiva delle borse occidentali è la risposta più chiara su quanto ci si aspettasse. Dunque, fiducia dai mercati. Che in più si aspettano un grande impulso dalla tecnocrazia che Trump intende mettere in atto, per un’America dominante nei settori avanzati in grado di assicurare redditività, sicurezza ed efficienza, dallo spazio alle biotecnologie. Resta l’interrogativo su cosa il resto del mondo deve aspettarsi. E quale atteggiamento assumerà nei confronti dell’Europa.

I leader europei si sono affrettati a rivolgere le proprie congratulazioni a Trump, esprimendo la volontà di collaborare con lui, consci, tuttavia, che il suo ritorno alla Casa Bianca mette in allarme i membri europei dell’Alleanza Atlantica. È noto che Trump pretenda maggiori contributi al bilancio della Nato da parte degli Stati europei che ne fanno parte. E il modo in cui sarà affrontata la guerra in Ucraina è destinato a pesare sul futuro dei rapporti e degli equilibri in materia di sicurezza globale. Tutto ciò mentre il Medio Oriente deve ritrovare necessariamente la pace e gli Stati Uniti avranno un ruolo determinante nella de-esclation.

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