26.11.2024
I traumi possono intaccare la memoria. Una passata esperienza è in grado di farci aumentare la percezione del pericolo, portando lo stress a modificare addirittura il ricordo delle esperienze più negative. Parla la scienza.
Stress e paure sono diventati nel corso del tempo due compagne di cammino tanto indesiderate quanto purtroppo frequenti per tantissime persone nella società odierna. Quando si fondono, poi, possono dare vita alla sindrome da stress post-traumatico le cui conseguenze possono addirittura intaccare la nostra memoria modificandola.
Lo ha scoperto un approfondito studio universitario, condotto da ricercatori delle Università di Toronto, Washington e Amsterdam, che hanno deciso di andare a fondo nelle analisi del meccanismo neurologico che si attiva generando la paura. Per capire più nel dettaglio la dinamica di cui stiamo parlando: è quando svolgere un’attività che non amiamo particolarmente ci provoca un livello di stress più alto del normale. Poi quella stessa attività origina un evento negativo, non necessariamente grave, da cui però ci si sviluppa una costante paura di incappare in un esito ancora più sfortunato. Esempio: chi si mette al volante con l’ansia di fare un incidente, compie un minuscolo errore (come strisciare uno specchietto su una parete) e poi vivrà la guida con il terrore di combinare un guaio ancora più grave. Magari letale.
Ebbene: gli studiosi hanno verificato che non è colpa nostra, bensì (se di “colpa” si può parlare) della scienza. Quando un organismo è sottoposto a livelli di stress troppo alti, il cervello rilascia sostanze che intensificano i ricordi legati alla paura. Questo fenomeno da un lato “modifica” a tutti gli effetti la memoria, cambiando la nostra percezione interiore di un evento passato che ci ha traumatizzati. Dall’altro rende più diretti i collegamenti tra ricordi negativi e neutri, portandoci a reagire a entrambi in maniera avversa.
Decisivi sono gli engrammi, prodotti dal cervello tramite l’amigdala e che si possono considerare una sorta di rappresentazione grafica dei nostri ricordi. Per questo motivo, se una passata esperienza ci ha fatto provare una intensa sensazione di paura, l’amigdala produce un engramma che ci farà rivivere mentalmente lo scenario iniziale di quell’episodio. E ce lo farà ricordare ancora più pericoloso di quanto non fosse all’epoca, e anche di quanto non sia ora che lo stiamo nuovamente affrontando.
Gli studiosi hanno verificato la sistematicità di questo fenomeno, con la percezione della paura che aumenta tra i soggetti che vivono con ansia la stessa situazione che per altri è completamente neutrale, per il solo motivo che non condividono un precedente negativo in una situazione simile. Solitamente il nostro organismo sarebbe in grado di difendersi da sé, tramite il rilascio dell’acido gamma-amino butirrico (un regolatore chimico del comportamento neuronale degli engrammi in grado di isolare gli input nocivi per la nostra mente). Lo stress però impedisce a questa sostanza di attivarsi, lasciandoci in sostanza alla mercé delle nostre paure. Anche e soprattutto le più illogiche.
Da qui l’importanza della scoperta, che potrebbe dare vita a terapie con lo scopo di contrastare il fenomeno. E impedire, di fatto, allo stress di prendere il controllo della nostra mente.