5 Febbraio 2025
Milano, 7°

Sostenibilità

Nell’Italia del cibo sprecato

Ogni giorno mandiamo in fumo 140 euro di alimenti a testa, soprattutto frutta fresca e pane

Sprecone e poco attento alle buone pratiche. È il ritratto del consumatore italiano di fronte al cibo. Basterebbe poco per migliorare (di tanto) lo scenario: un quarto di mela in meno nel bidone ogni settimana, o un quarto di bicchiere di latte in meno gettato negli scarichi o, infine, una rosetta di pane in meno nell’umido.

A delineare questo identikit è il rapporto “Il caso Italia 2025” dell’Osservatorio Waste Watcher International, elaborazione Ipsos/Università di Bologna, in occasione della dodicesima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che si celebra il 5 febbraio, fondata dalla campagna Spreco Zero. Se da un lato cresce ancora la quota di cibo che si butta nella spazzatura, dall’altro scende sempre di più l’attenzione alle buone pratiche.

 

Tagliare 50 grammi

Ogni giorno, rileva il Rapporto, vengono dissipati sul territorio nazionale 88,2 grammi di cibo a testa, pari a 617,9 grammi a settimana pro capite. A guidare la hit dello spreco sono frutta fresca (24,3 grammi settimanali) e pane (21,2 grammi), che hanno superato verdure (20,5 grammi), insalata (19,4 grammi), cipolle, aglio e tuberi (17,4 grammi).

In totale, considerando tutta la filiera, lo spreco alimentare in Italia presenta un conto salato di 14,1 miliardi di euro per 4,5 milioni di tonnellate di prodotti sfiorando i 140 euro a testa l’anno (139,71) contro i 126 euro di un anno fa. A preoccupare è il segnale negativo che arriva dalle nostre case con un costo di 8,2 miliardi di euro sul totale dello spreco di filiera.

La giornata è anche l’occasione per lanciare il countdown verso l’obiettivo Onu 203, dimezzare lo sperpero di cibo: “A quella data – spiega il direttore scientifico Waste Watcher e della Giornata, di cui è anche ideatore, Andrea Segrè – lo spreco si dovrà attestare a 369,7 grammi settimanali, e per fare questo dobbiamo tutti tagliare, ogni anno, da qui al 2029, circa 50 grammi di cibo a settimana a testa“.

Insicurezza alimentare

E se da una parte si spreca, dall’altra si allontana l’accesso al cibo sano e sostenibile: l’indice Fies di insicurezza alimentare 2025 sale del 13,95% (era +10,27% nel 2024). L’impoverimento alimentare delle famiglie italiane colpisce soprattutto al Sud (+ 17%) e al Centro (+15%), le stesse aree dove si spreca più cibo nelle case (il Sud +16% con 713,8 grammi pro capite settimanali, e il Centro +4% con 640gr.). A sorpresa sprecano soprattutto le fasce sociali più deboli (+26% rispetto alla media), ma si butta anche tanto nei piccoli centri (+12%) e nelle famiglie senza figli (+16%). A pesare sulla bilancia degli sprechi, in questi casi, “è la deperibilità del cibo più economico, ma di minore qualità”.

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