A Stia, nel cuore del Parco nazionale delle foreste casentinesi, ha preso ufficialmente il via la “Shepherdschool”, la scuola per pastori e allevatori promossa nell’ambito del progetto europeo Shepforbio. Otto giovani – sei donne e due uomini – tra i 21 e i 33 anni, provenienti da Toscana, Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo, hanno deciso di intraprendere un percorso formativo che coniuga teoria e pratica con un obiettivo ambizioso: salvaguardare la biodiversità attraverso il recupero delle professioni tradizionali.
L’iniziativa, ospitata nelle aule delle Officine Capodarno, ha ricevuto ben 75 domande di partecipazione. Gli otto selezionati affronteranno un percorso strutturato in due fasi: una prima parte teorica della durata di 23 giorni, distribuiti nei fine settimana tra aprile e giugno, con lezioni in aula e visite aziendali, e una seconda parte pratica, vera anima del progetto, in cui gli allievi affiancheranno per 30 giorni i pastori e gli allevatori del territorio.
La scuola si inserisce nel progetto Shepforbio, cofinanziato dal programma Life dell’Unione Europea, che mira a conservare habitat di prateria attraverso la promozione di pratiche di allevamento sostenibili e il rilancio delle attività pastorali. Le lezioni si terranno a Pratovecchio Stia e presso il centro visita di Premilcuore, con il contributo di esperti delle Università di Firenze e Roma La Sapienza, della Regione Toscana, del Parco, e con la collaborazione di Rete Appia e Difesattiva.
Tra i partecipanti c’è Caterina Blasi, 30 anni, aretina, neolaureata in Scienze forestali, da tempo impegnata in attività legate alla tutela dell’ambiente. Dal monitoraggio del lupo, portato avanti con Difesattiva, è nata in lei la passione per la pastorizia: “Voglio contribuire al processo di coesistenza con il lupo – racconta – e riportare le persone a un rapporto più stretto con la natura”.
Lapo Ghelli, 21 anni, di Rignano sull’Arno, arriva da una famiglia di produttori di vino e olio all’Isola del Giglio e vuole acquisire nuove competenze per rafforzare l’attività familiare. Anche lui ha scelto di ampliare la propria formazione dopo esperienze all’estero, con l’idea di un’agricoltura moderna e consapevole.
Giulia Piermartiri, 35 anni, dalle Marche, è documentarista freelance da oltre 15 anni. Dopo aver girato il mondo, ha riscoperto il valore della semplicità e del contatto con la terra, attingendo alla memoria del nonno Enzo, oggi 96enne. “Voglio dare voce a queste tradizioni – dice – e contribuire a contrastare lo spopolamento delle campagne”.
C’è anche Marta, 32 anni, della provincia di Bologna, che già lavora in un allevamento ovino e cerca ora un approccio più tecnico e aggiornato. Arianna Faccini, 26 anni, da Rocca San Casciano, viene da un percorso socio-sanitario ma vive oggi in un’azienda agricola. La scuola è per lei un’occasione per consolidare le proprie competenze e restare legata agli animali.
Roberta Bernardi, 26 anni, dall’Aquila, ha studiato Scienze politiche e Geografia. Il sogno è aprire un agriturismo con animali e un piccolo gregge, sfidando i luoghi comuni su una vita rurale troppo dura per essere scelta da una giovane donna. “Mi dicevano: lascia perdere, è troppo difficile. Io invece voglio provarci, ma con una formazione solida”, spiega.
Chiude il gruppo Matteo Chimenti, 33 anni, dal Mugello. Dopo aver frequentato la scuola alberghiera, vuole oggi coniugare la sua esperienza nella ristorazione con la passione per gli ovini, nata da bambino. “Sogno un’attività agrituristica dove l’allevamento si integri con la cucina – racconta – in armonia con l’ambiente”.
La Shepherdschool non è solo una scuola, ma un laboratorio di futuro, dove giovani provenienti da percorsi diversi convergono in un’idea condivisa di sviluppo sostenibile. Una risposta concreta allo spopolamento delle aree interne, alla crisi delle professioni agricole e all’urgenza di costruire un nuovo patto tra uomo e natura.