19 Aprile 2025
/ 15.04.2025

Perché un euro in meno al petrolio indebolisce la Russia

Uno studio dimostra che per ogni euro speso in meno per il petrolio, l'economia di guerra della Russia si riduce di 13 centesimi, allentando anche la pressione sui bilanci della difesa europea

Mentre proseguono i colloqui tra Russia e Stati Uniti per la pace in Ucraina, uno studio rivela come in tempi di crisi globale la politica climatica possa rappresentare “un pilastro centrale dell’architettura di sicurezza europea”. Un faro su questo aspetto, colpevolmente poco considerato dalle cancellerie di tutto il mondo, lo ha acceso uno studio del Kiel Institute. “Per ogni euro che l’Europa spende in meno per il petrolio, l’economia di guerra della Russia si riduce di 13 centesimi, allentando così la pressione sui bilanci della difesa europea. Questi ultimi potrebbero diminuire di 37 centesimi per ogni euro risparmiato sul petrolio”. 

Lo studio quantifica così i benefici per la sicurezza di una politica climatica “ambiziosa dell’Ue”. Il calcolo si basa sull’impatto del consumo globale di petrolio rispetto ai ricavi della Russia. Il concetto di base è che la diminuzione della domanda di petrolio nell’Ue abbassa il prezzo di mercato globale e parte della perdita di valore ricade sulla Russia. “Se i Paesi europei riducono la loro spesa per il petrolio di 1 euro, la Russia perde circa 13 centesimi di entrate per il suo bilancio statale. In tempi di guerra, è probabile che questa riduzione si rifletta sulla spesa militare russa. La riduzione della spesa militare russa riduce a sua volta la pressione sulla spesa per la difesa dell’Ue”, spiega il Kiel Institute, che stima che ogni euro di petrolio risparmiato dall’Ue “significa un cosiddetto dividendo della sicurezza di 37 centesimi”. 

Un concetto che può essere trasferito anche su altri contesti. Quello automobilistico, per esempio. Secondo gli analisti l’introduzione di un limite di velocità sulle autostrade tedesche non solo farebbe risparmiare circa 33 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030, ma la riduzione della domanda di petrolio genererebbe anche un ‘dividendo per la sicurezza’ di circa 2 miliardi di euro che non dovrebbero essere spesi per il bilancio della difesa. Secondo il Kiel Institute, se l’Ue non concedesse ai produttori di automobili un ulteriore periodo di tempo per rispettare i limiti di CO2 del parco auto, come attualmente previsto, il dividendo per la sicurezza sarebbe di circa 3 miliardi di euro. 

Eliminando completamente il consumo di petrolio nell’Ue si otterrebbe un dividendo annuale per la sicurezza di 104 miliardi di euro, più dell’intero fondo speciale delle forze armate tedesche. “Nel suo stesso interesse, l’Ue dovrebbe imporre tasse significative sul petrolio e sul gas, o utilizzare altre misure per ridurre la domanda di petrolio e gas. La riduzione delle emissioni non solo protegge il clima, ma rafforza anche la sicurezza dell’Europa”, ha concluso il coautore dello studio Joschka Wanner.

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