19 Aprile 2025
/ 16.04.2025

Due fiumi su tre perdono terreno, il mare avanza

Il cambiamento climatico gioca un ruolo decisivo in questo processo. L’aumento delle temperature marine, l’innalzamento del livello del mare, la diminuzione delle piogge e l’aumento di eventi meteorologici estremi stanno alterando il ciclo idrologico dei fiumi, compromettendo la loro capacità di trasportare sedimenti verso le coste.

Ogni anno, in Italia, il mare avanza silenziosamente ma inesorabilmente, portandosi via metri di costa. Secondo uno studio recente dell’Università di Pisa, pubblicato sulla rivista scientifica Estuarine, Coastal and Shelf Science, l’erosione interessa oltre due terzi dei principali fiumi italiani: ben il 66% presenta arretramenti significativi delle proprie foci. In alcuni casi, come quello del fiume Sinni in Basilicata, il ritiro della linea di costa supera i 10 metri l’anno.

Lo studio, condotto dai ricercatori Monica Bini e Marco Luppichini, ha esaminato l’evoluzione delle coste sabbiose italiane lungo un arco temporale di 40 anni, dal 1984 al 2024. Grazie a un’analisi di immagini satellitari, è stato possibile mappare con precisione le trasformazioni della fascia costiera nazionale. I risultati sono allarmanti: se si escludono le aree protette da barriere artificiali, tutti i delta fluviali analizzati mostrano segnali evidenti di erosione.

Foci fluviali sotto attacco: i casi critici

Tra le aree più colpite spiccano il delta del Po e le foci dei fiumi Arno, Serchio e Ombrone in Toscana. In queste zone, la linea di costa arretra di 2-6 metri l’anno. In particolare, il delta dell’Ombrone, a sud di Grosseto, vive una delle situazioni più critiche del Paese. Qui l’erosione non solo minaccia le spiagge, ma anche ecosistemi di alto valore naturalistico come quelli del Parco della Maremma.

Il delta del Po, il più grande d’Italia, soffre a causa della drastica riduzione del trasporto di sedimenti dai fiumi al mare. Una combinazione di fattori naturali e antropici — come la costruzione di dighe e la canalizzazione dei corsi d’acqua — ostacola il naturale apporto di sabbia e limo, fondamentale per alimentare le spiagge.

Ancora più drammatico è il caso del fiume Sinni, in Basilicata, dove si registrano arretramenti superiori ai 10 metri l’anno, con effetti devastanti sugli ambienti costieri e sugli insediamenti umani vicini.

Clima e interventi umani tra le cause principali

Il cambiamento climatico gioca un ruolo decisivo in questo processo. L’aumento delle temperature marine, l’innalzamento del livello del mare, la diminuzione delle piogge e l’aumento di eventi meteorologici estremi stanno alterando il ciclo idrologico dei fiumi, compromettendo la loro capacità di trasportare sedimenti verso le coste.

A questo si somma l’impatto delle attività umane: infrastrutture lungo i fiumi, estrazioni di sabbia, cementificazione delle rive e interventi non coordinati contribuiscono a indebolire il sistema naturale di difesa delle coste. Le barriere artificiali, dove presenti, offrono una protezione temporanea, ma non risolvono le cause profonde del fenomeno.

Conseguenze e possibili soluzioni

L’erosione costiera non è solo un problema ambientale: ha ricadute dirette sull’economia locale, sulla sicurezza del territorio e sulla qualità della vita delle comunità costiere. Le spiagge che scompaiono minacciano il turismo balneare, mentre l’avanzata del mare può compromettere infrastrutture, coltivazioni e habitat naturali.

Per contrastare il fenomeno, gli esperti propongono un approccio integrato: restaurare il naturale flusso dei sedimenti, ridurre le pressioni antropiche sulle foci fluviali, promuovere soluzioni basate sulla natura — come il ripristino delle dune costiere — e pianificare interventi di adattamento che tengano conto delle previsioni future sull’innalzamento del mare.

Lo studio dell’Università di Pisa ha fornito anche un database aggiornato e omogeneo su scala nazionale, pensato per supportare amministrazioni e decisori politici nella pianificazione di azioni efficaci. In un momento storico in cui il cambiamento climatico accelera i processi erosivi, conoscere il problema è il primo passo per affrontarlo in modo consapevole.

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